Parlavamo di immaginazione creativa e del fatto che ogni bambino trova il suo modo peculiare di giocare, a seconda degli stimoli che riceve ma anche e sopratttutto a seconda del suo temperamento. I flemmatici sono sicuramente bambini che stanno per ore seduti a giocare con i legnetti o a ritagliare pezzettini di carta per incollarli su altri pezzettini, ma altri come per esempio i sanguinici possono trovare la loro dimensione del gioco nel movimento, nel fare con il corpo invece che fare con l’immaginazione.
I nostri figli per esempio amano giocare con le cose vive: per esempio l’acqua e il fuoco (leggi il nostro articolo su come accendere il fuoco con i bambini).
Giocare con l’acqua non è un’attività esclusivamente estiva. Anzi a ben pensarci è molto più appagante giocare con l’acqua d’inverno, quando insieme al gioco si vive anche il senso del proibito. No, l’acqua no. Senti mamme urlare correndo dietro ai figli che si fiondano sulla prima fontanella che incontrano. E anche io ho fatto cosi per anni, al punto che Zeno non lo portavo più neanche al parco perchè temevo che si bagnasse e prendesse freddo. Ricordo di aver anche scritto una lettera al Comune chiedendo all’ufficio giardini di mettere un rubinetto alla fontanella. Cose da matti!
Poi l’anno scorso sono stata una settimana in Svizzera ospite presso un Asilo nel Bosco a Zurigo, come osservatrice (l’asilo si chiamava Wakita, visita il suo sito) e ho scoperto che i bambini possono essere attrezzati in modo che gli sia concesso di giocare nell’acqua e di sporcarsi e di inzupparsi anche d’inverno, senza che questo sia un tabù. Guarda le foto di questi bambini in un altro asilo nel bosco sempre in Svizzera… ci sono paesi in cui tutto ciò è possibile. Ci sono maestri che portano le loro classi nel bosco quando piove, quando nevica e quando c’è nebbia intensa, l’unica condizione atmosferica in cui si sta al riparo è quando c’e’ la tempesta di neve, perchè, mi spiegavano, i bambini possono volare via.
Approfondiremo il tema dell’asilo nel bosco in un altro articolo, ora mi preme parlarvi del water-cycling (termine inventato da me) ovvero andare in giro per pozzanghere e fango, sotto la pioggia, in bicicletta. Kit di sopravvivenza: tuta stile palombaro (link al prodotto, clicca su Oeljacke poi clicca ancora sul bimbo blu con la giacca blu e il cappellino rosso nel riquadro in passo e prosegui …. il negozio è h&M svizzera) completamente impermeabile comprata in Svizzera, ovviamente in Italia non esiste (ma con questo link ve la potete comprare online), stivaletto base stile “bimbi a mollo” non risparmiate sul prodotto, quelli a 6 euro non tengono l’acqua. I vantaggi sono mille: i parchi quando piove sono deserti quindi a completa disposizione dei bambini che possono correre liberi, urlare e vociare senza disturbare nessuno. Loro adorano sporcarsi e con questa attrezzatura sono liberi di farlo. Incoraggiarli a sporcarsi secondo me è il metodo migliore per lasciare loro lo spazio di sopravvivenza di cui hanno bisogno. Nel momento in cui al contrario gli si chiede di stare attenti alla camicia pulita sono più disponibili a farlo e non borbottano. Questo è un modo per apprendere un concetto: ogni cosa al suo tempo. C’è un tempo per fare casino, e sfogati, poi c’eè un tempo per non gridare sulle scale, e quando te lo chiedo lo devi fare….
Andare in bici sotto la pioggia nell’ acqua significa anche imparare i propri limiti: significa saper sopportare i piedi bagnati senza lagne (se ho esagerato e sono entrato in una pozzanghera più alta degli stivaletti), significa acquistare un bel senso dell’equilibrio perchè andare in bici nel fango è tutt altro che facile, significa imparare a gestire la propria fatica, apprezzare i colori delle cose, acuìre la propria attenzione e sperimentare modi sempre nuovi di la stessa cosa: perchè una pozzanghera si può prendere in molti modi diversi. Anche avere una borraccia in due significa qualcosa: imparare a condividere, non finire l’acqua perchè l’altro può sempre avere sete, insomma… tutte cose utili.
Quindi care mamme e papà armatevi di galosce e non abbiate paura. Non c’è niente di più bello che vedere i bambini rossi in viso, caldi di pedalata e madidi di sudore che ti ringraziano con gli occhi per avergli permesso di fare quello che ovunque è proibito.
Che meraviglia! Anche qui da noi i bambini escono indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, e con il completo H&M…
Uno dei più bei ricordi della mia infanzia non troppo felice è quando, uscendo dal catechismo, ho potuto eludere qualsiasi sorvegliansa e ballare in cortile sotto il temporale! Il giorno dopo stavo male (non avevo mica la tuta impermeabile!), ma non me ne sono mai pentita!
E anche alla scuola Waldorf di Ginevra un giorno a settimana si fa “scuola” nel bosco… contrariamente a quanto si pensa, le malattie si prendono stando tutti chiusi insieme nello stesso ambiente e non stando all’aria aperta! I miei figli non sono mai stati bene come quest’anno! E neanche io…
Ricordo che da bambina in casa amavo guardare attraverso lo specchio il soffitto e camminando evitando gli ostacoli immaginavo di passeggiare sui lampadari, sulle finestre, era meraviglioso vedere attraverso uno specchio la stanza capovolta. Anche una pozzanghera fa questo effetto, e per i bambini è un pò come avere l’impressione che il cielo e le nuvole stiano sotto i piedi, in quale altra occasione potrebbero camminare e saltare sul cielo se non con l’immaginazione?
I bambini amano la natura e si sentono attratti da tutte le sue manifestazioni, semplicemente perchè l’essere umano fa parte della natura e non dobbiamo mai dimenticarlo.
Ciao, e grazie per la visita sul mio sito, non conoscevo il tuo sito, ma sono felicissima di scoprirlo! Abbiamo la stessa filosofia, vivere con i bimbi all’aperto é una cosa meravigliosa, per noi e per loro. Ora seguiro il tuo blog con entusiasma
un abbraccio
Che bello! Grazie di cuore per questo post d'ispirazione! Immagino già le mie due piccole pesti a godere di una piccola grande libertà come questa. Vado subito ad equipaggiare la tribu!
Ciao, sono completamente, assolutamente d'accordo con te.
Noi non andiamo in bicicletta ma a piedi e l'ultima volta che c'è stato un temporalone, ho portato le mie due pupe – munite di completo impermeabile – a saltare nelle pozze di fango a Villa Ada. L'acqua gli arrivava fino alle ginocchia 🙂 Quanto si sono divertite! Peccato che il nostro completo impermeabile non abbia retto, ma temendo una cosa del genere gli avevo portato un cambio completo e per fortuna non faceva troppo freddo. Inutile dire che non si sono ammalate, ma proprio per niente! E non ti dico gli sguardi (fra l'invidioso e il meravigliato) degli adulti che passavano…secondo me avrebbero voluto farlo anche loro! Viva la libertà!