Quando i bambini avevano 4 e 6 anni un giorno pensai: tra 10 anni avranno 14 e 16 anni, chissà come saranno. Chissà cosa faremo insieme. Gli insegneremo a viaggiare, li porteremo on the road.
Quel momento oggi è arrivato e quelle strade erano proprio strade di San Francisco. Poter essere viaggiatori insieme a loro è stata una grande occasione, un sogno che si avvera. Ma le cose sono andate diversamente da come immaginavo.
Vacanze di famiglia
Ogni vacanza ci famiglia che si rispetti ha i suoi lati oscuri e va sempre diversamente ma è proprio questo il lato positivo della questione: l’imprevedibilità.
Come scegliamo di viverla dice molto su chi siamo. Sono felice di essere riuscita a stare con loro nell’unico modo in cui si può stare bene: avendo voglia di ascoltare, potendo cambiare idea, percorso o addirittura obiettivo.
Accogliendo la sfida di imparare ad adattarsi ai loro ritmi senza rinunciare ai propri, mediando.
In cinque, in un posto nuovo per tanti giorni senza il mordi e fuggi, in una casa che non è la nostra, con una macchina che non sapevamo guidare, su strade con una pendenza del 45%, a passeggiare su un ponte lungo 3 km che oscilla pesantemente o sotto le sequoie più alte del mondo, monumenti della natura alti 30 metri millenari, siamo stati in perenne caotica contrattazione.
Abbiamo anche vissuto la frustrazione del non sapere cosa fare, del non essere d’accordo su niente. Tutti contro tutti ma costantemente appiccicati l’uno all’altro a darci fastidio, promiscui nell’indossare i vestiti altri, valige in condivisione, pidocchi compresi.
Cosa si fa quando ognuno vuol fare qualcosa di diverso
Le vacanze di famiglia sono un fantastico esercizio di democrazia. Ognuno ha diritto di dire la propria, di comprare una maglietta inguardabile o di farsi un nuovo taglio di capelli. E’ un altro modo di viaggiare quando i bambini sono grandi!
Pur di non isolarci ognuno nel proprio wifi abbiamo proposto serate a guardare Provaci ancora Sam e Un mercoledi da leoni, fantasticando sugli alpinisti del documentario Valley uprising dopo aver ammirata la spianata verticale di granito di 600 metri chiamata El Capitan al parco nazionale di Yosemite.
Le riflessioni che evoca il viaggio
Abbiamo parlato tanto, di tutto. C’è stato il tempo delle domande, gli indovinelli e le polemiche. C’è stato da stufarsi gli uni degli altri e di vedere quanto siamo diversi.
Che cos’è il lusso? Quando costa e quanto vale? I senzatetto a San Francisco non si contano, dormono nei parchi al freddo anche ad agosto e la mattina gli officer annaffiano i prati per farli andare via.
Viaggi nel tempo
A San Francisco ci ero stata quando avevo 20anni e avevo guardato con altri occhi tutt’altre cose, oggi sono diversa e Frisco mi appare quasi noiosa, difronte a tutto il resto che mi importa di più. Non sono turista, non lo sono mai stata, il mio animo di viaggiatrice mi fa dire grazie perchè tutto quello che vivo.
Che poi, i ragazzi siano degli incalliti mangiatori di hamburger e l’unica cosa che gli sia interessato vedere fossero i negozi di Santa Cruz, gli skatepark e i mall quello ci sta. D’altronde è un po’ ambizioso voler far capire la controcultura a ragazzini che non sanno neanche cosa sia stato il Vietnam, o il movimento gay, o l’ambientalismo.
Visitare la Silicon Valley dove il monumento più importante di Palo Alto è un enorme like di plexiglas in mezzo alla strada e per strada vedi solo le bici colorate di Google.
Siamo vecchi, abbiamo parametri culturali completamente diversi da loro. E siamo nerd, questo i nostri figli devono saperlo!
Il mio libro
Mentre eravamo dall’altra parte dell’oceano il mio libro è andato in stampa. Sono tanti anni che mi leggete, sapete che ad un certo punto ho anche pensato di essere la mamma più rompicXXXoni delle terra, una mamma scapestrata e diversa.
Adesso sono passati un bel po’ di anni so che essere me stessa è stata l’unica cosa giusta che potevo fare. Anche se essere diversi costa, anche se a volte ci si sente soli e sulla strada sbagliata.