Ecco un altro esempio:
Allergie aumentate del 19.900% in 20 anni
Negli ultimi vent’anni i bambini che sviluppano la dermatite atopica nei primi mesi di vita sono aumentati dallo 0.05% al 10%. Tra altri dieci anni un bambino sarà allergico.
Ci sarà un motivo no?
Secondo il dottor Giannattasio, agronomo, medico, professore di Biochimica vegetale al Master in agricoltura biologica dell’Università di Napoli, il bambino è sano quando è la salute si alterna a febbri alte, tosse, mocciolo, congiuntivite, sudore, lacrimazione… dove l’umidità gioca un ruolo strategico ma inedito.
Il bambino liquido e caldo
Il bambino sano espelle attraverso i liquidi tutti i virus che incontra sulla sua strada e poi con le malattie esantematiche dà un paio di avvii potenti al suo sistema immunitario che protegge l’organismo per il resto della vita.
Per fare un esempio simbolico la dermatite atopica al contrario è una sintomatologia legata alla secchezza: c’è uno strato sottilissimo della cute che ha bisogno di essere unta continuamente con olio e scaldata.
Cosa c’entra l’industria alimentare?
L’uomo per 10mila anni ha mangiato sempre le stesse 100 cose. Negli ultimi 40 anni l’intrusione di più di 200mila sostanze di sintesi per la conservazione dei cibi ci mettono in contatto con una quantità esorbitante di sostanze estranee. Questo unito alla produzione intensiva nel settore agroalimentare è la chiave per capire molte cose.
Basterebbe tornare a mangiare come 50 anni fa
L’alimentazione conta moltissimo nei primi anni di vita del bambino. La buona notizia è che tutti gli errori che facciamo nel modo di alimentarci sono facilmente modificabili.
Se è stata la produzione alimentare industriale a fregarci e ci sono conservanti ovunque possiamo fare molto per cambiare. La regola aurea è 70% di fresco e il 30% di conservato e scatolame, non il contrario.
- Pane e latte il mattino invece delle merendine.
- Proteine a pranzo, carboidrati e tantissima frutta e verdura crudi.
- Niente abuso di carne, uova e zucchero.
- La torta solo la domenica
- Latte e formaggi provenienti di allevamenti non intensivi, dove le mucche sono state curate con gli antibiotici per mantenere alti i livelli di produttività nonostante lo stress. E dove volete che vadano a finire i farmaci che mangiano le mucche? Direttamente nella nostra tazza.
- Yougurt solo bianco intero
- Farine non addizionate di glutine
- Legumi secchi e non in scatola
- Niente olii di semi
Senza arrivare all’isteria della macrobiotica (con tutto il rispetto) che il dottor Giannattasio considera un regime alimentare per chi è davvero malato.
Ce la fai a dare il pane e miele a merenda e a lasciar perdere cornetti, pizzette, wurstel, salami, maionesi e tutte le altre cose che tutti mangiamo tutti i giorni senza batter ciglio?
Se lo fai quando tuo figlio è piccolo lo abitui in modo sano e poi fidati, lui mangerà cosi anche quando crescerà.
A cosa serve la reazione allergica?
Per concludere, se – continua Giannattasio – il disagio dei bambini venisse gestito cercando di non sopprimere i sintomi con cortisonici e altri farmaci, queste reazioni di adattamento spesso regredirebbero e il bambino diventerebbe un adulto non allergico/intollerante. Perchè le reazioni dell’organismo nei primi anni di vita servono proprio a questo: imparare ad accettare quella sostanza e ad integrarla progressivamente.
Cosa c’entra questo con il coronavirus?
Niente, ma secondo questo articolo il coronavirus nasce dall’industrializzazione del ciclo alimentare, in particolare nell’allevamento. Leggetelo, è una delle riflessioni più sensate che circolano al momento. L’ industrializzazione del settore agroalimentare ha avuto enormi conseguenze sulla salute pubblica ecco perchè dobbiamo invertire rotta. Al più presto.
Calcolo fatto 10-0,05= 9,95:0,05 per 100= 19.900 grazie a Rita per il supporto.