Pesach, il nome della Pasqua ebraica, ricorda la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana. Un vero e proprio rito di passaggio, quello del Mar Rosso, che sarà necessario per conquistare l’indipendenza e ricevere le Tavole della Legge, il nucleo centrale dell’etica.
Scusa puoi ripetere? (non ho capito)
Ogni volta che leggo una delle storia della Storia mi chiedo sempre come sia possibile sintonizzarsi sulle domande vere, quelle semplici, quelle che fa un ragazzo delle medie.
E’ facile per noi adulti dare tutto per scontato, molto più difficile è entrare nella mente di chi non sa chi è Badoglio oppure Mosè e avere l’umiltà di ripartire da zero. Ogni volta.
La Pasqua ebraica? Spiegamela semplice!
Prima di tutto gli ebrei e il popolo ebraico sono la stessa cosa. Ah ecco. Da chi si deve liberare il popolo ebraico? Un giorno la figlia di faraone trova in un canneto sulla riva del Nilo un cesto con dentro un neonato (i genitori lo abbandonano perchè ill faraone ha dato ordine di uccidere i figli maschi degli ebrei).
E’ Mosè.
Lo porta a palazzo dove il bambino viene cresciuto come se fosse il nipote del re. Giunto all’età adulta, il ragazzo esce dalla sua dimora, scopre la miseria in cui sono gettati gli ebrei costretti a fabbricare mattoni per costruire edifici in gloria del faraone, uccide un sorvegliante, fugge dall’Egitto e poi vi torna per portare fuori dalla schiavitù il popolo cui appartiene.
Le piaghe d’Egitto
Chiamato a questo compito da Dio, Mosè porta gli ebrei nel deserto e punisce il faraone con le dieci piaghe.
Quindi le piaghe d’Egitto sono le punizioni che, secondo la Bibbia, Dio ha inflitto agli Egizi per non aver liberato gli ebrei dalla schiavitù
Il libro dell’Esodo narra che Mosè e il fratello Aronne si recarono a corte per minacciare il faraone che se non avesse lasciato partire il loro popolo, Yahweh avrebbe scagliato una terribile piaga sull’Egitto. E così avvenne: l’acqua del Nilo diventò sangue e tutti i pesci morirono. Poiché il faraone non cedette, seguirono altre nove piaghe – rane, zanzare, mosche ecc. – finché gli ebrei ottennero il permesso di lasciare il paese.
La traversata nel deserto
Quando finalmente lasciarono l’Egitto dovevano compiere una lungo viaggio: la traversata nel deserto del Sinai verso la Terra promessa (la Terra di Canaan, il territorio attuale di Libano, Palestina e parti di Siria e Giordania – in Medio Oriente quindi) che dura 40 anni.
Fra miracoli e ribellioni della gente contro il leader, Dio affida al popolo le Tavole della Legge, il Deuteronomio, testo fondativo di ogni etica: religiosa come laica.
E infatti, ogni anno alla cena del Seder di Pesach (che taluni chiamano la Pasqua ebraica) gli ebrei celebrano quella memoria che esige che ciascuno si consideri “come se fosse stato schiavo in Egitto”.
Insomma, un ricordo di libertà, come tutti i riti religiosi e laici.
Perchè in Egitto ci sono gli ebrei? Non dovrebbero esserci gli egiziani?
Gli ebrei vissero a lungo in Egitto lavorando come schiavi al servizio degli egizi (attento, non egiziani! gli egizi sono l’antico popolo, gli egiziani sono gli abitanti dell’odierno Egitto), finché intrapresero l’esodo (trasferimento in massa) nella Terra promessa sotto la guida di Mosè. Così racconta la Bibbia nell’Esodo (quella parte
Secondo il racconto biblico, mentre guidava gli ebrei nell’esodo in Palestina, Mosè giunse davanti al monte Sinai, salì alla vetta e lì Dio gli si manifestò e gli ordinò di annunciare al popolo il Decalogo, i dieci comandamenti. Mosè avrebbe dettato anche l’insieme di leggi rituali raccolte nella Bibbia. Secondo alcuni studiosi, sia il Decalogo sia le altre leggi del Pentateuco si caratterizzano per la contrapposizione agli egizi. Tanto per cominciare l’ebraismo si definisce per il suo carattere monoteista, in disaccordo con il politeismo degli egizi.
Perchè hanno scelto la Palestina dopo la fuga dall’Egitto?
Gli ebrei erano un popolo di pastori erranti (nomadi) organizzate in tribù che avevano già abitato in quelle terre. Uno dei loro patriarchi (ovvero capostipite, uomo che da origine ad una tribù) era Abramo, originario della città di Ur in Mesopotamia, che si diresse verso la costa mediterranea della Siria per stabilirsi verso il 1800 a.C. nella terra di Canaan, la terra promessa loro da Dio (quella terra che duemila anni dopo, nel II secolo d.C., i romani denominarono “Palestina”).
Cosa c’entra la Pasqua ebraica con quella cristiana?
La Pasqua ebraica è celebrata 14 giorni dopo l’inizio dell’anno religioso, come specificato nella Bibbia ebraica. La Pasqua cristiana dovrebbe essere celebrata la prima domenica dopo la Pasqua ebraica, come specificato nei Vangeli.
Perchè ebrei e cristiani hanno in comune la Pasqua?
Prima di tutto diciamo che il Dio degli ebrei è lo stesso adorato da cristiani, solo che i cristiani lo chiamano Dio mentre gli ebrei quando pregano usano Adonai, “il Signore”.
Un Cristiano crede che Gesù sia il figlio di Dio, crocifisso, morto e resuscitato tre giorni dopo. Per questo il Cristiano è battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Ebreo è invece un discendente del popolo ebraico e, più in generale, chi segue i dettami della religione e della cultura ebraica.
Ebrei e cristiani è considerano la figura di Cristo in modo diverso.
I Cristiani riconoscono in Gesù il Messia venuto tra gli uomini per annunciare il Regno dei Cieli e morto in croce per mondare l’umanità intera dai suoi peccati.
Per gli Ebrei invece Gesù fu un semplice profeta, e attendono ancora l’arrivo del vero Messia, che verrà sulla Terra per salvare il popolo Ebraico e inaugurare una nuova era di pace, armonia e felicità, dove gli uomini giusti potranno prosperare per l’eternità. Dal momento che non riconoscono l’importanza della passione della morte di Gesù, per gli Ebrei il simbolo della croce non ha un particolare valore religioso.
La Pasqua cristiana è il giorno successivo in cui gli ebrei celebrano l’offerta del primo covone d’orzo e i cristiani la resurrezione di Gesù.. Il fatto che Gesù sia risorto nel primo giorno della settimana ebraica sembrò doppiamente simbolico: in questo giorno Dio aveva creato l’universo e ora nello stesso giorno aveva inizio una nuova creazione.