Dal 2008 il blog su minimalismo familiare, scelte educative non convenzionali, genitorialità consapevole, abitudini digitali e strategie per vivere meglio con se stessi e con gli altri.
In America è nato un un programma per incentivare la partica del riciclare in modo innovativo, si chiama Banca del riciclo e funziona cosi: ti danno un contenitore da 135, 250 o 350 litri con un codice a barre che identifica la tua casa o la tua attività commerciale.
Quando l’hai riempito di spazzatura differenziata vengono a prenderlo e in cambio ti danno dei buoni acquisto da usare nei negozi convenzionati.
Tu sei incoraggiato a reciclare la tua spazzatura, gravi meno sul sistema di smaltimento dei rifiuti e fai la spesa nei negozi che aderiscono all’iniziativa che saranno a loro volta incoraggiati a mettere sul mercato prodotti che hanno confezioni meno ingombranti visto che più ricicli, meno spendi, meno inquini…. insomma, il famoso circolo virtuoso…
La società che ha avuto l’idea, dopo un programma pilota in 3 stati americani ha velocemente diffuso la pratica anche in Pennsylvania, New Jersey, Delaware, Vermont, Massachusetts and New York e sta esportando il modello anche in Europa.
E indovinate quali sono gli sponsor del progetto? Tra i più conosciuti e controversi c’e’ Coca cola (guarda il video), Timberland, Discovery Store, Acqua Evian. Anche se non smetteranno di vendere fumo i brand manager di queste aziende hanno almeno capito che devono devolvere parte dei loro introiti per salvare ciò che distruggono.
Comunque se lo pagano per fare riciclare, forse convinceranno anche mio padre a farlo!!
Ho sempre pensato che non ci sia niente di male negli oggetti di seconda mano. Anzi le cose degli altri spesso mi affascinano più delle mie. Penso capiti a molte persone che frequentano i flea market, i mercatini delle pulci, alla ricerca di oggetti particolari, di cose che hanno una storia.
Quando questo è diventato anche di moda, beh, ci sono andata a nozze.
Per fortuna sempre più persone nel mondo si sono rese conto che reciclare gli oggetti degli altri (i mobili, i vestiti, le macchine, i giocattoli, i libri, ecc..) non è solo divertente e intrigante, ma è anche un modo molto intelligente per salvare il mondo dal collasso delle merci. Produciamo produciamo e il tempo di utilizzo degli oggetti è sempre più breve perchè le cose ci annoiano. E la fine delle merci è più o meno sempre la stessa: spazzatura, discariche, inceneritori (e il relativo costo di smaltimento in termini ambientali).
E internet ha raccolto molte di queste persone e le ha aiutate ad organizzarsi per fare in modo che l’incontro della domanda e dell’offerta sia più facile e veloce.
Da circa un anno è nata Barattopolis che conta a Roma circa 150 iscritti: tutte le persone che vi partecipano hanno questa sana abitudine: prima di buttare via le cose che non gli servono più chiedere agli altri se le vogliono. In regalo. Poi per caso proprio in questi giorni ho scoperto di un altro circuito simile (cui anche Barattopoli fa parte) che si chiama Freecycle. E’ un’ampia organizzazione mondiale di persone che preferiscono dar via i propri oggetti invece che buttarli e che non hanno alcun problema a riciclare gli oggetti degli altri, se questi sono utili e in buone condizioni.
L’obiettivo primario del freecycling è semplice: diminuire i rifiuti e i consumi, rimettere in circolo le merci, non acquistare cose nuove se si possono utilizzare oggetti già prodotti, non consumare, non inquinare, non contribuire alla folle corsa del consumismo.
Roma Freecycle esiste dal 2006 in Italia e dal 2003 nel resto del mondo. Conta solo a Roma più di 700 iscritti e fa parte del Freecycle Network, che raccoglie tutte le organizzazioni locali in giro per il mondo. Lo slogan di questa organizzazione composta da più di 4000 gruppi sparsi per il mondo con circa 4 milioni e mezzo di persone che vi partecipano è: “cambiamo il mondo, un regalo alla volta!”.
Non vi sembra meraviglioso?
Noi il nostro primo regalo lo abbiamo ricevuto: un divano vintage meraviglioso (il miglior regalo che potevamo fare ai nostri figli che ci giocano tutto il giorno trasformandolo in casetta dei 3 porcellini e in cuccia) . Sono andata a prenderlo in una lussuosa casa di prati a casa di un giovane signore distinto che mi ha detto che quel divano apparteneva a suo padre. (ed io me lo sono immaginato con gli occhiali sul naso, sotto una lampada a leggere mille libri).
E’ una poltrona consumata come può essere la poltrona di un anziano lettore, di un uomo che ha letto tanto. Questo oggetto mi è sembrato avesse una buona anima, e cosi me lo sono caricato in macchina (non ci stava) e me lo sono portato a casa a passo d’uomo sulla nostra opel con il portellone aperto dietro e le doppie frecce (stile trasporti eccezionali).Che soddisfazione, ora tocca a noi donare il nostro primo regalo!!!Leggendo in lista ho anche scoperto che esiste da pochissimo il “Libero Mercato di PiazzaVittorio”: prendi gratis quello che vuoi e dai gratis quello che vuoi. Un’iniziativa di un gruppo di persone che il sabato pomeriggio si incontrano, mettono in piazza le loro cose tra lo scompiglio e l’incredulità di molti che non possono crederci, e stanno a vedere quello che succede.
Perchè anche donare o ricevere un dono non è sempre facile…. a volte si è scambiati per pazzi, ma leggetevi il racconto del giorno 1 al mercato di piazza vittorio. E’ molto divertente clicca qui >> (sito esterno)
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