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Testo e disegno M. Alessia Bressanin

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Ha senso una scuola di ispirazione steineriana?


Scritto il 09 agosto 2021

Due dei miei tre figli sono andati alla scuola steineriana, questo blog esiste da oltre 17 anni per documentare come l’approccio di Rudolf Steiner ha ispirato la nostra famiglia e la passione per la pedagogia mi abbia trasformato in un’insegnante.

Qual’è il metodo più efficace?

Tra il maestro unico della scuola steineriana che insegna tutte le materie per 8 anni e il supplente che cambia ogni mese ci sarà ben una via di mezzo?

Tra l’assenza di libri della scuola steineriana e un libro di 386 pagine solo per il programma storia (in seconda media) ci sarà ben una via di mezzo?

Tra l’assenza totale di valutazione e voti della scuola steineriana e verifiche sovrapposte (perchè tra insegnanti spesso non ci si parla), senza possibilità di recupero (sempre per motivi di tempo, mica per cattiveria) ci sarà ben una via di mezzo?

La via maestra è la via di mezzo

grammatica in seconda media. perchè rinunciare a disegnare alle medie? visualizzare modi e tempi con un disegno aiuta a memorizzare

Più che una scuola steineriana ovecchio stampo, serve una scuola semplice, dove la supplenza sia un’eccezione e non la regola.
Gli insegnanti devono sapere che materie insegneranno a settembre (ecco perchè sono pagati d’estate, per lavorare e prepararsi) e devono conoscere i ragazzi che avranno e le condizione in cui lavoreranno. (quali difficoltà hanno, come affrontarle, cosa inventarsi per risolvere i problemi)

Serve libertà d’insegnamento non sui programmi ma sulle modalità.

Se in classe hai:

  • 3 ragazzi che non leggono (dislessici)
  • 4 ragazzi che hanno difficoltà a scrivere (disgrafici)
  • 1 ragazzo che non imparerà mai a memoria i modi e i tempi verbali (dislessico)
  • altri 2 che non riescono a stare seduti (iperattivi)

l’unica soluzione è saperlo prima e avere il tempo di organizzare il lavoro. Trovare soluzioni:

Didattica inclusiva for dummies!

Sarebbe meglio usare il volumetto di storia facile per tutti  e non solo per i ragazzi speciali.

  • costa 6 euro e non 28. La scuola provvede un testo completo in consultazione in classe per i talentuosi e gli iperdotati che giustamente chiedono di più. E intanto le famiglie risparmiano!
  • è più leggero e contiene un programma fattibile
  • usa termini più facili e un vocabolario adatto anche ai ragazzi stranieri.

Meglio fare tutto il programma senza troppi dettagli che non rimanere sei settimane sulla Guerra dei Trent’anni e poi arrivare all’Illuminismo senza toccare la Rivoluzione Francese e Napoleone perchè non c’era più tempo.

la storia in seconda media si approfondisce troppo. poi ci lamentiamo che i ragazzi dormono in classe o diventano iperattivi!

Contro una scuola della banalità

Sento già le voci di chi dice che così si banalizza l’insegnamento.

Per chi può e quindi deve approfondire gli argomenti diventa l’occasione per fargli fare la ricerca su “la pace di Cateau-Cambrésis” e magari il momento per sfoggiare la loro competenza con una scenetta o un cartellone. Ad ognuno secondo i suoi bisogni. Non a tutti il volumone e agli sfigati la versione ridotta. Non ha senso. E’ uno spreco di carta, di buon senso e di autostima.

Una scuola che si lasci ispirare

Vedo sempre più con chiarezza che serve una scuola steineriana non steineriana, una scuola del buon senso, della via di mezzo.

Testo e disegno M. Alessia Bressanin

Testo e disegno M. Alessia Bressanin per gentile concessione della pagina fb Educare Waldorf -scuola steineriana

Portare il cosiddetto approccio steineriano (o qualsiasi altro approccio efficace e valido) nei programmi ministeriali (dove vige una pericolosa anarchia chiamata libertà d’insegnamento) mi sembra una sfida sensata che voglio cogliere.

Non si tratta (come pensano i maligni) di fare un minestrone di vari metodi ma di cogliere il meglio che ogni approccio pedagogico offre mettendo responsabilità là dove occorre risolvere i problemi e le criticità delle singole classi.

Ma chi sei tu? Che ne sai?

Sono un’insegnante della scuola secondaria di primo grado e tutor dell’apprendimento per bambini con Bisogni Educativi Speciali.

Chi mi segue da anni in questo blog coglie un cambio di prospettive e di idee pedagogiche. Cambiare idea è sano, ritornare alle vecchie idee non è reato, ricambiare ancora idea è indice del fatto che siamo vivi e abbiamo ancora voglia di migliorare noi stessi e il mondo. Non bisogna aver paura.

Rileggendo un vecchio post una scuola “per tutti” mi sono chiesta ancora: può esistere una scuola davvero centrata solo sui bisogni degli alunni e non su questioni dialettiche, politiche o di principio?

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il movimento aiuta l'apprendimento a scuola e in classe

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Il movimento facilita apprendimento


Scritto il 04 giugno 2020

muoversi

Il movimento facilita apprendimento: alla luce delle scoperte neuro scientifiche il rapporto tra movimento e apprendimento si fa sempre più chiaro e mi appassiona sempre più.

Ho anche scoperto che su wikipedia c’è una voce in inglese che manca in italiano: è Movement in Learning (Apprendimento in movimento).

Sviluppi recenti hanno messo in collegamento diretto i successi accademici di una persona con l’attività fisica svolta durante i suoi primi anni di vita soprattutto in un’era come questa dove le disprassie e il disturbo della coordinazione dello sviluppo non sono più eccezioni ma sono sempre più diffuse.

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Il movimento facilita l’apprendimento

I sostenitori del gioco libero sostengono questa relazione da anni ma le ricerche non lo avevano ancora confermato fino ad oggi: il movimento facilita l’apprendimento e ha dei benefici cognitivi sostanziali.

Gli anni 90 sono passati alla storia come la decade delle neuroscienze perché abbiamo imparato più sul cervello in questa decade che negli scorsi 100 anni.

L’esplosione di ricerche sulle modalità di apprendimento ha influenzato notevolmente scuole e insegnanti: senza le premesse fondamentali che il movimento offre all’organizzazione corporea, l’apprendimento sarebbe altamente compromesso in molti bambini.

Lo dicono le neuroscienze

Attraverso la tecnica del brain-mapping che tiene traccia delle aree del cervello coinvolte in attività come leggere, scrivere e risolvere problemi di matematica, gli scienziati hanno mostrato che alcune parti del cervello necessarie per l’apprendimento sono le stesse usate per il movimento, in particolare saltare e tirare la palla (con le mani e con i piedi).

il movimento influenza il modo in cui il cervello apprende.

Questa scoperta conferma ciò che molti sostenitori dell’attività fisica dicono da tempo: il movimento favorisce lo sviluppo delle connessioni neurali e quindi l’abilità ad imparare e che anzi è necessario incrementare nei bambini il movimento e l’attività ludico-motoria per potenziare quella cognitiva.

Attività fisica come diritto di tutti i bambini

Secondo il neuroscienziato svedese Hesslow (1994) questa scoperta configura come discriminatorio, dal punto di vista delle performance scolastiche, il tema dell’attività fisica perché bambini e ragazzi attivi possono essere considerati avvantaggiati negli apprendimenti e nel rendimento a scapito di quelli fisicamente inattivi.

Giochi di movimento possono davvero cambiare la conformazione celebrale degli studenti? Si, se le esperienze quotidiane che fanno all’interno della loro classe ha a che fare anche con il movimento.

E’ molto importante che gli educatori siano al corrente di questa scoperta.

Il cervello risponde all’incirca come un muscolo alle sollecitazioni o all’inattività ma sembra che l’attività fisica e il gioco offrano la possibilità di una crescita straordinaria rispetto alle normali stimolazioni.

Non sono gli esercizi fisici a renderci più smart, ma l’esercizio fisico in sè, il movimento facilita l’apprendimento nel senso che ottimizza e predispone il cervello all’apprendimento attraverso la capacità di concentrarci e focalizzare l’attenzione là dove è richiesto quando impariamo.

Oggi più che mai, dopo la quarantena Covid, facciamoli muovere!

Ho tradotto parte di questo stupendo articolo e continuerò a portare argomentazione in questa direzione, specialmente oggi, dopo questi mesi di quarantena, che hanno costretto a casa tutti i nostri bambini e ragazzi.

Approfondisci

I bambini non vogliono più uscire di casa

Gli approcci tradizionali e steineriani per imparare usando il corpo

Nuovi modi per fare scuola anche all’aperto

https://www.med.unc.edu/ahs/physical/schoolbasedpt/additional-resources/mbi-resources/

Tesi di laurea

Psicomotricità a scuola un interessante approfondimento sulle potenzialità inespresse della pratica psicomotoria in classe

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imparare in movimento

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Imparare in movimento


Scritto il 03 maggio 2020

imparare in movimento

Il tema dell’imparare in movimento mi ha sempre affascinato. Sia perchè studio da oltre 15 anni le pedagogie attive e non convenzionali che cercano di rendere l’imparare sempre più accattivante e adatto ai nuovi bambini di oggi sia per via della mia recente formazione come tutor specializzato per i disturbi dell’apprendimento dove il movimento è una chiave significativa.

Mi sto formando in ambito extralesson (approccio steineriano ai Bisogni Educativi Speciali) e ho conosciuto chi ha portato in Italia la Scuola in Movimento, un progetto che arriva dalla Svizzera e sta portando anche qui un nuovo modo di fare scuola.

Imparare ovunque il movimento

Un progetto mai come ora attuale, visto che a causa del Coronavirus avremo sempre più la necessità di fare attività anche didattica all’aperto e quindi usare al meglio spazi che fino a ieri erano relegati alle attività ludiche e ricreative.

Ne ho parlato anche nel mio progetto pilota fare scuola che prevede la possibilità di attivare dei piccoli gruppi di bambini dalla scuola dell’infanzia fino al primo anno di secondaria di I grado in natura, nei grandi parchi cittadini e nei cortili delle scuole.

Imparare in movimento

L’attività fisica è uno dei motori dell’apprendimento perché il movimento consente al bambino o al ragazzo di affrontare la materia di studio attraverso l’utilizzo contemporaneo di più canali sensoriali in grado di favorire la memorizzazione e dunque di aiutare la fissazione delle conoscenze.

Imparare diventa più facile se….

I benefici di imparare in movimento vanno ben oltre il semplice incremento dell’irrorazione sanguigna e riguarda come la stimolazione dell’attenzione e della concentrazione e la possibilità di rendere l’apprendimento più piacevole e favorire un clima meno competitivo in classe.

Ad esempio… le competenze linguistiche

Si possono imparare in movimento tutte le materie curricolari, per esempio è possibile sperimentare esercizi per l’acquisizione delle forme grammaticali o delle parti del discorso attraverso esercizi che permettano una prima elementare categorizzazione delle azioni (verbi) differenziandole dagli oggetti (nomi) e le loro qualità (aggettivi qualificativi) e abbinando ciascuna categoria grammaticale a un movimento.

movimento in classe

Entriamo più nel dettaglio: Facendo il gioco a squadre, un membro delle due squadre pesca contemporaneamente un biglietto ciascuno, ne individua la categoria e corre a riporlo nella scatola della categoria corretta, verificando di volta in volta la soluzione.

L’esercizio è risultato motivante sia quando la gara era svolta con che senza assegnazione del punteggio; questo dimostra che il movimento associato al gioco e non necessariamente alla competizione, costituisce uno stimolo efficace per bambini e ragazzi.

Imparare in movimento le abilità di lettura 

L’auto-dettato da passeggio è un esercizio che consiste nel raggiungere, correndo o camminando, il foglio appesa contro la parete, sollevarlo, leggere attentamente la frase riportata sul foglio sottostante, cercare di memorizzarla e tornare al proprio banco per scrivere su un quaderno. Si tratta di memorizzare la frase, scriverla cercando di ricordarsi correttamente l’ortografia e la sequenza delle parole muovendosi continuamente tra i fogli appesi e il proprio banco. L’esercizio termina con il completamento della scrittura del testo sul quaderno. Se è necessario rendere l’esercizio più stimolante, al termine della scrittura dell’intero testo l’insegnante può assegnare un punteggio per la precisione o per la velocità dell’esecuzione.

La lettura come sfida: mantenere l’equilibrio

Un esercizio che stimola la concentrazione necessaria alla lettura e abitua a leggere mantenendola, è quello che unisce la lettura di un testo al mantenimento dell’equilibrio.
Bambini e ragazzi possono cimentarsi in testi brevi o di media lunghezza rimanendo in equilibrio su un piede solo o cambiando il piede d’appoggio in punti stabiliti, oppure hanno eseguito la lettura mantenendo una pallina morbida o un quaderno in equilibrio sulla testa.

Parole sconosciute

Per imparare a scrivere parole difficili o sconosciute, o parole sulle quali vengono reiterati errori di ortografia si può procedere in questo modo. Durante la lettura viene chiesto al bambino di individuare il  vocabolo ignoto, isolandolo dal testo, ma anche di memorizzarne il suono e la forma scritta, per essere poi in grado di trascriverlo alla lavagna. Oltre all’individuazione del vocabolo, dunque, l’esercizio stimola la sua memorizzazione associata al significato, che sarà fornito dall’insegnante.

Favorire la concentrazione: muovere dita e mani 

L’esercizio consiste nell’alzare il pollice destro mentre il sinistro rimane chiuso nel pugno e successivamente chiudere nel pugno il destro mentre il pollice sinistro si alza. Questo come molte altre varianti dell’esercizio aiutano a sviluppare l’abilità di compiere i movimenti alternati sempre più velocemente senza commettere errori. Coordinazione manuale, attenzione, concentrazione sono sono alcune delle competenze che si acquisiscono giocando, anche sul posto, anche solo per pochi minuti.

Stimolare l’attenzione: muovere braccia e gambe 

Afferrare l’orecchio destro con la mano sinistra e il naso con la mano destra, invertire il compito delle mani e proseguire cercando di ripetere l’alternanza dei movimenti con velocità crescente mostrano come l’integrazione di un semplice movimento con un compito completamente tradizionale, come per esempio la scrittura di un vocabolo alla lavagna dopo avere corso per raggiungerla, possa cambiare del tutto la percezione del ragazzo, rendendo desiderabile un’attività verso la quale in precedenza mostrava insofferenza

Queste sono solo alcune delle riflessioni tratte dal testo La tecnica dell’apprendimento in movimento per l’insegnamento dell’italiano L2 a bambini. Uno studio di caso di Debora Bellinzani. Uno studio che nasce dalla sperimentazione della tecnica dell’apprendimento in movimento nel contesto della scuola pubblica di qualsiasi grado da parte della Confederazione Elvetica che, attraverso l’Ufficio Federale dello Sport (UFSPO) sfociato in Italia nel progetto Scuola in Movimento.

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coronavirus: date ai bimbi mezz'ora d'aria

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Coronavirus: date ai bambini mezz’ora d’aria!


Scritto il 29 marzo 2020

I bambini hanno bisogno di muoversi!, diceva la maestra. All’uscita da scuola ci incoraggiava sempre portare i bambini a giocare all’aperto per contatto anche minimo con la natura. Non portateli subito a casa, finiranno davanti alla tv.
In pochi capivamo il valore delle sue parole, colte solo da chi aveva fiducia in lei, la maestra all’antica.

Stare bene al tempo del Coronavirus

Che bambini e movimento non fossero una priorità si sapeva già in tempi di pace. Non interessa agli adulti presi delle loro priorità nonostante l’Associazione Pediatri italiani lo gridi a gran voce da tempo. Risultato? Tutti in casa.
Figuriamoci ora, in tempo di Coronavirus.

pir2

Bambini che non vogliono uscire

In questo momento anche solo fare due tiri al pallone in cortile può essere un problema. Ci sono bambini e ragazzi che non vogliono proprio uscire, soffrono d’ansia, sono terrorizzati dal contagio, feriti nell’anima dalle immagini di telegiornali da cui dovrebbero essere protetti. E i genitori neanche se ne accorgono.

L’emergenza è cosi importante che la piramide dell’attività fisica e motoria compare anche nei test Invalsi d’italiano per i bambini di quinta elementare.
Perchè se i genitori non lo sanno, almeno che lo sappiamo i bambini!

Muoversi è necessario per stare bene

Invece l’importante per i genitori è che i figli stiano in casa. E pazienza se quando l’emergenza finirà saranno tutti depressi. Invece anche di questo ci dobbiamo occupare, con le relative cautele, senza dimenticarci che la salute mentale è fondamentale a qualsiasi età e dipende, in parte, anche dalla quantità di movimento quotidiano che facciamo.

I diritti dei bambini

Quando esco vedo solo anziani, proprio loro che dovrebbero stare a casa, mentre dei bambini neanche l’ombra. È lo specchio di un paese vecchio, malato e che non ha nessuna attenzione ai giovani.

Nei decreti di pensa ai runner, ai padroni di cani e nessuno dice una parola sulla necessità di far muovere e respirare i bambini.

Parchi giochi contingentati

Perché non lasciare i parchi giochi aperti con l’ingresso contingentato? Meglio 5 minuti in altalena per uno che niente! Tutti i bambini dovrebbero aver il diritto, con tutte le precauzioni del caso, di prendere mezz’ora d’aria al giorno per mantenere la loro integrità fisica e mentale e anche i loro genitori per rimanere persone calme, pazienti ed equilibrate.

Invece si preferisce tenere a casa i bambini per settimane, attaccati per ore ai computer. L’unica salvezza è l’intrattenimento digitale.
Se il nostro lockdown è diventato un modello per gli altri paesi rimaniamo gli unici al mondo a proibire ai genitori di uscire con i loro bambini piccoli (non considerando questa una necessità) seppur mantenendo le dovute cautele.

coronavirus: date ai bimbi mezz'ora d'aria

L’aria è importante come il cibo

Penso che la pagheremo cara comunque, se non ci inventiamo alla svelta qualcosa di più di una chat o di una diretta facebook  per far stare bene i nostri piccoli. Come possono mantenere dei sani ritmi sonno-veglia se non sono esposti alla luce del sole e all’aria fresca per settimane?

Qualche consiglio per uscire senza uscire

  1. Chi ha un balcone lo lasci usare ai figli come credono, senza dare regole o mettere limiti. Voi non lo so sapete di cosa sono capaci
  2. Chi ha un balcone lo usi anche quando piove
  3. Chi ha un cortile condominiale lo condivida con i vicini
  4. Chi ha un terrazzo condominiale lo metta a disposizione delle famiglie con bambini
  5. Chi non ha nulla di tutto ciò può scegliere di uscire con i piccoli la mattina presto quando c’è meno gente in giro con la scusa di comprare un topolino all’edicola oppure di andare a salutare un albero che ha appena messo i boccioli. Per osservare la natura che cambia e la primavera che esplode non serve un bosco intero, basta volerlo.
Grazie a Sara che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere.

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stomp

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Suoni e rumori: ascoltare per capire il mondo


Scritto il 05 dicembre 2014

stomp

Per capire il mondo abbiamo bisogno di chiavi inedite. Abbiamo bisogno di fermarci e ascoltare quello che c’è. Perchè ascoltare ci aiuta a immaginare come fare le solite cose in modo diverso, come apprezzare la nostra quotidianità. Ho visto (e ascoltato) con i bambini uno spettacolo di cui vi devo assolutamente parlare: gli Stomp.

7 artisti come le 7 note della scala musicale. Sono ballerini e percussionisti gli artisti di Stomp, che con l’uso spregiudicato di bidoni della spazzatura, carrelli del supermercato, lavandini e scope mettono in scena uno spettacolo esilarante dove il ritmo e i rumori urbani impongono sulla scena un dato di fatto: per fare spettacolo non ci vogliono grandi mezzi ma solo idee semplici e per questo potenti.

E con il ritmo veloce e sincopato di battiti di mani e percussioni rimediate in modo creativo (avete mai fatto un ritmo con un sacchetto di carta? ascoltare è un’attività formidabile da fare con i bambini) gli Stomp sparpagliano emergia, positività ed entusiasmo contagioso per tutta la saa coinvolgendo il pubblico e rendendolo protagonista del ritmo.

Uno spettacolo eccellente e stupefacente che consiglio a tutte le famiglie con bambini dalla primaria in su, di una espressività fuori dal comune, che usa il codice del linguaggio muto e non verbale perchè la comunicazione che ha alla base la musica e i gesti è universale.

Inventare una nuova espressività è possibile, e questo è un mix perfetto tra danza, teatro e virtuosismi ritmici che lasciano lo spettatore carico d’ispirazione. Tutto è possibile anche fare musica con una scopa. Ci crederesti?

Se non ci credi lascia fare ai bambini. Quante volte gli abbiamo detto di non fare rumore pensando che il rumore è inutile?
Uscendo dal teatro Brancaccio dove sono in scena gli Stomp i bambini mi hanno ringraziato mille volte. Per averli portati a teatro senza dire nulla, neanche una parola. Date un’occhiata a quello che si trova in rete:

fotocredits immagine in alto: Lunchbox Theatrical Productions

 

 

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Da dove viene la capacità di commuoverci

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Da dove viene la capacità di commuoverci


Scritto il 12 novembre 2012

Violenta scossa al cervello e ai visceri, stato dell'animo perturbato: ecco quello che trovi se cerchi la parola commozione sul vocabolario etimologico. Chissà perchè si usa la stessa espressione per indicare una lacrimuccia che sgorga dagli occhi quando vediamo un film melenso e lo stato in cui il nostro cervello cade quando prende una bella botta. Ci sarà un motivo – mi sono detta.

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Sicuramente l'espressione commuoverci ci evoca un senso di muoverci con qualcosa  e in effetti l'etimologia ci parla di uno stato di cambiamento dovuto al turbamento, alla sopraffazione che ci procura una passione o uno stato d'animo. Diciamo allora che si manifesta un evento emotivo che per qualche ragione ci smuove. Siamo nel movimento dell'anima.

L'anima è movimento allo stato puro in effetti (dal greco anemos=vento). Essa si muove nel tempo (indietro con i ricordi, avanti con i progetti per il futuro) e nello spazio (l'anima corre sul filo delle nostre quotidiane email e percorre chilometri e chilometri mettendo in connessione persone anche lontanissime).

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Il movimento è una qualità tipicamente umana. Dai primi giorni di vita fino all'età adulta l'organizzazione motoria dell'essere umano si specializza e si raffina sempre di più.  Fate caso ad un bellissimo particolare: nel primo anno di vita il movimento volontario si sviluppa partendo dal capo fino a piedi. Il bambino acquisisce padronanza dei movimenti del proprio corpo nel seguente ordine:

  1. Prima gira gli occhi,
  2. poi muove il capo,
  3. poi comincia a lanciare in aria le sue braccine e a scoprire le mani,
  4. poi esercitando i muscoli della schiena scopre il modo per girarsi e solo alla fine del primo anno di vita sa ergersi in piedi e arriva a prendere il controllo delle membra inferiori.

Da quel traguardo in poi il controllo motorio sarà più fine e interno: imparando a gestire gli organi collocati nel torace (laringe, faringe) comincerà a parlare e con la possibilità di esercitare gli organi collocati nella testa acquisirà gli strumenti del pensiero.

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Ma cos'è davvero il movimento e quando si puo' parlare di movimento: devono esserci due poli (una partenza e un arrivo) e deve esserci un centro, che oscilla tra i due poli. Il sistema muscolare è il centro del nostro movimento, ci muoviamo perchè i nostri muscoli oscillano per polarità tra contrazione e rilassamento.
Si potrebbe dire che i due poli opposti entro cui si muove il muscolo sono l'ipercinesi del sangue, campione di dinamismo, e il sistema osseo, esperto in fissità, quiete e durezza. Ma se ci limitiamo a parlare di muscoli e ossa siamo nel movimento tout court, per aggiungere intenzionalità al nostro movimento occorre chiamare in causa il sistema nervoso, che intesse ogni millimetro del sistema muscolare.
Ma non volevo dilungarmi in questo. 

Volevo parlare del fatto che con il senso del movimento l'uomo sperimenta nella sua corporeità una specie di eco astrale, vive in se il movimento dei pianeti, l'armonia delle sfere, le relazioni tra i corpi celesti. Le relazioni tra le note musicali per esempio sono state scoperte da Pitagora perchè egli ha preso i rapporti tra gli astri e li ha rappresentati su uno strumento chiamato monocorde, ovvero una corda tirata su una struttura in legno.

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Se proviamo a guardare l'uomo da un punto di vista meno terreno e più celeste e osserviamo le qualità cosmiche del movimento e non prettamente quelle meccaniche scopriamo che ci sono parecchie relazioni tra il movimento e la commozione e che il movimento educato correttamente nei primi anni di vita diventa nell'adulto la capacità di orientarsi nella vita. Che cosa sono la flessibilità, la capacità di adattamento e la tanto di moda modernità liquida, se non un corretto relazionarsi con il movimento che è intorno a noi?

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Esiste un rapporto preciso tra il sano sviluppo dell'organismo motorio e la capacità di ascolto, di riflessione, la pazienza…. forse non siamo abituati a considerarlo, ma sarebbe bene che cominciassimo a farlo perchè questo ci aiuterebbe a capire molte cose sui di noi, sui nostri figli e in generale sulle relazioni tra il movimento e il benessere delle persone.
Un senso del movimento ben sviluppato (e avremo modo di approfondire questo tema parlando in pratica di cosa e come fare per prestare attenzione a questo che senso, ma per ora leggi dell'educazione sensoriale su vivere semplice) porta a sperimentare la commozione, l'empatia, nel senso che rende la nostra coscienza plastica.  Questa attitudine si muove in direzione esattamente contraria al bullismo, al cinismo e alla passività, ecco perchè la consideriamo un valore.

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Non vogliamo coltivare il buonismo o la fede incondizionata, vogliamo saper esaltare le caratteristiche che ci rendono più umani,  morali, civili. Qualità per nulla ovvie, ai nostri tempi.

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Scoprire la montagna

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Scoprire la montagna


Scritto il 02 settembre 2012

Ala di Stura è un paesino di montagna famoso per le sue meridiane e gli affreschi. Si trova in una valle abbastanza sconosciuta vicino a Torino. La valle di Lanzo. Pian del Tetto è una frazione di poche case in pietra sopra Ala ed è li che abbiamo la fortuna di avere a nostra disposizione una casetta tutta per noi. Quando ero studentessa ci passavo intere settimane per preparare gli esami, uscendo in macchina solo per andare a fare la spesa e tornando in città solo per portare a casa un bel voto. Poi per anni non ci sono più andata. 

scoprire la montagna con i bambini

Da quando abbiamo i bambini ogni anno d'estate transitiamo di li per qualche giorno, senza grandi entusiasmi da parte mia. Ma quest'anno è successo qualcosa: ho smesso di usare la macchina, ho alzato gli occhi in contemplazione della natura, ho imbracciato gli scarponi e ho cominciato a camminare anche io, come mi hanno insegnato i miei figli e il mio compagno camminatore ed entusiasta della montagna. 

ala di stura

Ho scoperto sentieri e i rifugi d'alta montagna, come il Rifugio Gastaldi, dove mangiare un piatto di polenta bollente dopo 4 ore di cammino estenuanti, andare a comprare il latte e i formaggi di capra alla fattoria Cà du Roc, dove Cinzia insegna ai bambini a mungere le capre,  partendo di casa a piedi e attraversando per ore il sentiero balcone basso proprio come si faceva quando le macchine non c'erano ancora. Ho ritrovato un vecchio amico di quando ero ragazza, che ora è il professore di filosofia del vicino paese, antroposofo e vegano, che mi ha introdotto ai segreti della cucina senza uova e latticini, e con cui chiacchierare anche in salita è un grande privilegio e ho goduto finalmente del mio tempo, senza scadenze e senza progetti.

ala di stura

I bambini liberi in un paese senza pericoli, dove le strade sono mulattiere e nella piazzetta del paese c'è una fantastica fontana che regala acqua purissima è stato liberatorio anche per loro e quando il vicino di casa è venuto a falciare il prato davanti a casa Lorenzo Pedro non ha perso tempo e si è messo a dare una mano, senza una parola, come un vecchio contadino che sa quando parlare, quando guardare e quando fare.

E' stato emozionante.

ala di stura

Leggi anche:

Arrampicarsi sul Gran Sasso, il battesimo della montagna

Andrea impara ad andare più piano: la scoperta della montagna

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I sensi e l’educazione sensoriale


Scritto il 29 maggio 2007

Si parla molto di come e quanto stimolare i bambini per una sana crescita e lo sviluppo delle sue capacità cognitive, ma nel mondo digitale, di plastica e sterilizzato in cui viviamo la sana educazione dei sensi è ancora più importante che in passato. Parlo proprio di tatto, gusto, olfatto, della base della percezione umana, che viene quasi data per scontata.

Nella saggezza popolare l’espressione  avere buon gusto vuol dire qualcosa che con il gusto apparentemente non c’entra niente…. in realtà c’entra molto di più di quanto possiate immaginare, perchè sono proprio i 5 sensi gli elementi da cui partire per una sana educazione.

(CHI SI ACCINGE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO SENZA AVER MAI SENTITO PARLARE DELLA PEDAGOGIA DI RUDOLF STEINER DOVREBBE PRIMA AVER LETTO I PRESUPPOSTI SU CUI CI BASIAMO. PUO’ FARLO BREVEMENTE QUI.)

Ma i sensi non erano 5?

Per Rudolf Steiner i sensi sono 12, suddivisi in 3 categorie. I quattro sensi inferiori, ovvero i sensi legati alla corporeità che sono: tatto, vita, movimento, l’equilibrio I quattro sensi intermedi, ovvero i sensi che governano gli aspetti legati all’anima: olfatto, gusto, vista, calore I quattro sensi superiori, detti anche sensi sociali, rivolti alla connessione dell’uomo alla sfera spirituale: udito, parola, persiero, senso dell’io.

Il senso del tatto

Il tatto è la sfera della percezione che mette in contatto i confini del nostro corpo con il mondo della materia. Ci fa sentire il nostro corpo per mezzo dell’avvicinarsi dei confini della nostra superficie corporea ad altri oggetti e per questo motivo viene erroneamente considerato il senso che ci permette di tastare gli oggetti circostanti. Il senso del tatto è pienamente formato a sette settimane di gestazione, quando il feto è lungo due centimetri. Ed è solo con la nascita (attraverso il passaggio del corpicino del bambino nel canale del parto in caso di parto naturale) che sperimentiamo tutta la nostra superficie corporea. L’esperienza della futura autonomia si coltiva con la cura del corpo nei primi anni di vita.

Attraverso il tatto sperimentiamo la differenza tra la distanzatatto e la vicinanza ovvero la polarità tra:

1. cura (che cosa se non la vicinanza alla madre è di sollievo per il bambino?) 2. abbandono (distanza o allontanamento dalla madre/fonte di sostentamento)

Infatti un bambino che ha ricevuto una sana educazione del senso del tatto, nel senso che è stato curato, ha potuto godere di un periodo prolungato accanto alla madre, è stato portato (vedi il continuum) nel corso dei suoi primi anni di vita svilupperà una grande sicurezza di sè.

Non a caso si usa dire anche “sostenere” un bambino nelle sue prime difficoltà, oppure si usano molte espressioni che hanno a che fare con la metafora del tatto, come per esempio dire “ci tengo” per intendere dare importantza a qualcosa o qualcuno. Parallelamente alla fiducia in sè, promossa da una corretta educazione al tatto nella prima infanzia, se viene curato anche l’aspetto dell’allontanamento, della distanza, dell’abbandono, si aiuta il bambino a svilupparetatto la fiducia nel mondo e nell’esistente. Una sana educazione all’addormentamento per esempio, dove la madre aiuta il bambino ad abbandonasi al sonno senza la paura di perdere il contatto con il mondo è importante per aiutare il bambino ad affidarsi alle sue capacità, a combattere da solo l’ansia che gli procura quel temporaneneo scollamento dalla realtà che è il dormire.

Il senso della vita

Se il senso del tatto mette in relazione il mondo esterno con i confini del nostro corpo, il senso della vita riguarda tutta l’esperienza corporea, si potrebbe dire il suo volume. Tutte le funzioni vitali del corpo umano sono affondate in una incoscienza di cui non abbiamo percezione ma quando qualcosa non funziona cominciamo a percepire sintomi che ci procurano un certo malessere. Si accende una spia, un dolore, un’allerta. Questa è una manifestazione del senso della vita a livello conscio, ovvero una modo per avvertirci che qualcosa all’interno del nostro corpo non funziona. Infatti il senso della vita riguarda il rapporto tra la nostra percezione e le funzioni vitali: la fame, la stanchezza sono indicatori dei nostri bisogni primari.

Se abbiamo una percezione cosciente delle funzioni dei nostri organi interni ci troviamo nella condizione in cui si esplicitano malattie quali tutte le malattie psicosomatiche o le psicosi in cui si manifesta chiaramente come il mondo esteriore del malato sia un capovolgimento del suo mondo interiore. L’ipocondriaco per esempio è una persona il cui senso della vita è stato lacerato, perchè in qualche modo le forze vitali degli organi interni sono state sottratte per essere impiegate in altro (per esempio nella precoce stimolazione della razionalità, vedi approfondimento ).

Attraverso il senso della vita percepiamo l’andamento alternato della nostra condizione di benessere e malessere che in una fase più avanzata della vita si trasforma in simpatia/antipatia ovvero in possibilità di accettare cose, persone, situazioni o al contrario di provarne repulsione. (c’è da precisare che Rudolf Steiner ha una visione olistica dell’organismo umano e quindi vede ogni singolo organo interno come collegato ad una capacità o possibilità dell’uomo stesso e in ogni organo si ritrovano i processi psichici. per esempio la pelle connessa al sistema nervoso, il sistema biliare connesso alla volontà, il fegato connesso al movimento (quindi per esempio le artrosi e tutti i fenomeno di ossa anchilosate sono disfunzioni del fegato, ecc… ma per rendere più chiaro questo sorprendente punto di vista occorrerebbe approfondire molto questo discorso e non è questa la sede). Il senso della vita accuratamente educato, dove il bambino viene lasciato vivere in un ambiente adatto a lui, dove la sua coscienza non viene continuamente richiamata e ridestata con domande e istigazioni alla scelta, al giudizio e all’uso delle facoltà razionali non ancora mature, contribuisce a sviluppare nell’adulto una sensibilità d’animo, una ricerca di armonia e un senso per la giudizia. Il senso della vita viene sviluppato attraverso un corretto ritmo di vita, un equilibrato rapporto tra vita attiva e vita contemplativa. Una corretta educazione del bambino agli aspetti che riguardano il senso della vita prepara i sensi superiori del bambino tra cui il senso del pensiero, governato dalla polarità verità/menzogna, presupposto per coltivare qualità come la gioia per il vero e il disprezzo per la menzogna. Il senso del pensiero è anche parte di quella capacità del bambino diventato ormai un giovane adulto di trasformare una materia di studio in cui si cimenta in vera a propria “facoltà” del pensiero (gia proprio come le come le facoltà universitarie), dove hanno origine i talenti dell’uomo.

I 12 sensi secondo Rudolf Steiner

Sensi di base (0-7 anni)

Tatto
Vita
Movimento
Equilibrio

Sensi mediani (7-14 anni)

Olfatto
Gusto
Vista
Calore

Sensi superiori (14-21 anni)

Udito
Linguaggio
Pensiero
Io dell’altro

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