I ragazzi di oggi hanno bisogno di essere stupiti e noi adulti brancoliamo nel buio, è un dato di fatto. E forse è sempre stato cosi di generazione in generazione! Io voglio tentare di raccontarvi come si fa geometria nella scuola fantastica di cui sempre vi parlo, quella steineriana, pensando di fornirvi una fonte di ispirazione e qualche idea da mettere in atto con i vostri ragazzi.
Sfida n.1
Cosa succede se costruisci un poligono di 18 lati e congiungi ogni angolo con tutti gli altri?
Hai mai provato a chiedere una cosa del genere a tuo figlio di prima media? La geometria potrebbe essere un’ottima occasione per esplorare insieme il mondo delle forme che avevamo provato ad indagare negli anni passati scarabocchiando insieme ai bambini. Loro vedrebbero gli adulti che non sanno altro che dire fai i compiti sotto un’altra luce se gli proponessimo sfide del genere.
Sfida n.2
Che succede se su una circonferenza si riporta per 6 volte il raggio e si disegnano, attorno ai sei punti di intersezione, dei cerchi aventi il medesimo raggio?
Proviamo a soffermarci sulla sperimentazione delle forme geometriche, (ricordate quando abbiamo provato a disegnare e meditare con i mandala?) Divertiamoci a costruire forme geometrice insieme a loro prima ancora di pretendere che sappiano dimostrare qualche teorema o formulare aree o volumi. Possibile che non sappiamo più divertirci con nulla noi adulti? E come pensiamo che possano divertirsi i ragazzi allora?
Dategli tempo: l’esigenza di trovare un nesso causale (= conosco la misura dei lati del triangolo quindi ora voglio scoprire l’area) arriva insieme ad una competenza specifica che i ragazzi stanno per conquistare: l’astrazione.
La capacità di astrarre
Una volta conquistata la capacità di usare un pensiero astratto quello non ci abbandonerà mai più, a meno che non siamo artisti o geni. Possiamo provare il gusto di astrarre perchè ci siamo arrivati con le nostre forze oppure possiamo semplicemente astrarre perchè ce lo chiede il prof. Voi cosa preferireste?
Se siete daccordo con me a concedere ancora un po’ di tempo a questi ragazzi per lasciarli nel brodo della sperimentazione, della scoperta del bello e proponetegli giochetti come questo: