Il tema dell’autonomia e della sicurezza dei figli preadolescenti è diventato affare di stato: la Corte di Cassazione sostiene che il dovere di sorveglianza degli alunni minorenni sia assoluto.
Cosa vuol dire? Che è superiore alla volontà dei genitori, quindi le deleghe che sollevano la responsabilità della scuola quando i ragazzi escono da scuola non sono valide.
Parliamo di ragazzi delle medie, non di bambini piccoli.
La libertà del 13enne è giusta o sbagliata?
Lasciare tornare da scuola i figli da soli è giusto o sbagliato?
Se ne è parlato a lungo, al punto che la Ministra Fedeli si è espressa in una direzione (mandate i nonni a prenderli) e poi ha aggiustato il tiro intuendo che la frase non fosse cosi felice (si dia alle famiglie la possibilità di firmare liberatorie che sollevino da ogni responsabilità…)
Il Post come il solito ha fatto un articolo chiarissimo sull’argomento dal titolo Perché Renzi e Fedeli parlano dell’uscita dei ragazzi da scuola
bambini neozelandesi vanno a scuola
Vari tipi di genitori
Secondo me i genitori dei ragazzi che vanno alle medie (tra gli 11 e i 14 anni circa) sono di 4 tipi:
- gli apprensivi che pensano che i figli siano ancora piccoli per attraversare la strada da soli
- gli ansiosi che non riescono ad associare il concetto di rischio con quello di figlio
- i realisti che vogliono abituare i figli a conquistare progressivamente una certa libertà di movimento
- i lassisti che qualsiasi cosa succeda sono in riunione o fuori città per lavoro.
bambini indigeni delle Filippine vanno a scuola
Se scuola e famiglia collaborano
Voglio ricordare ai genitori che nel mandare i figli alla scuola pubblica firmiamo il patto scuola-famiglia che è un solenne accordo di reciproca fiducia e collaborazione a tutela dei figli.
Si tratta di un vero e proprio contratto con diritti e doveri ma soprattutto fatto con l’obiettivo di risvegliare le coscienze sul tema delle responsabilità.
Lo avete mai letto? Eccolo qui il patto di corresponsabilità scuola-famiglia, è un PDF da scaricare leggetelo, vi garantisco che non è tempo perso.
E’ un insieme di regole e norme di comportamento dei docenti, degli alunni e delle famiglie che ha come obiettivo stabilire una sana relazione di collaborazione tra le parti.
Nella scuola elementare del mio figlio piccolo il maestro si è preso la briga di leggere ad alta voce il patto scuola-famiglia nella prima riunione di classe suscitando i commenti annoiati dei genitori.
Come dire: non siamo a perder tempo, possiamo anche leggercelo da soli a casa….
Io l’ho trovato un gesto coraggioso, come dire: sappiamo che non lo leggereste mai di vostra iniziativa ma per noi è importante che facciate la vostra parte…
bambini canadesi vanno a scuola
Ognuno faccia la sua parte
Serve la collaborazione tra scuola, famiglia e Comuni.
I bambini fin dalle elementari dovrebbero essere educati al senso civico, non basta fare educazione stradale a scuola se i genitori
- parcheggiano in terza fila
- non vanno a piedi neanche quando ci sono solo pochi minuti di cammino
- non lattraversano sulle strisce e non li abituano i bambini ad usare i marciapiedi.
Il pirata della strada non è solo non rispetta i segnali e parcheggia male, il pirata è anche il genitore che attraversa dove non si può trascinandosi il figlio con tutta la cartella al seguito perchè è tardi!
Se i genitori facessero la loro parte e i Comuni avessero più cura nel segnalare percorsi pedonali obbligati, strisce pedonali visibili, zona a pedaggio ridotto (ne parlo qui).
Se cosi fosse forse non si arriverebbe a concepire una pazzia come questa: perchè andare a prendere i figli a scuola alle medie non può avere un’altro nome se non pazzia.
bambini cinesi che vanno a scuola
Cosa si può fare concretamente
Da quando finalmente il mio terzo figlio va a scuola a piedi (gli altri due facevano 30 minuti di macchina ogni mattina) ho preso la buona abitudine di fare sempre lo stesso percorso, passando sulle strisce pedonali anche a costo di allungare di 5 metri qui, 10 metri là.
Lo faccio perchè presto andrà a scuola da solo, sicuramente in quinta elementare gli daremo il permesso di farlo.
Abituarsi a non scegliere sempre la strada più corta, attraversando dove non è permesso mi pare sia molto educativo oltre che più sicuro.
Impari a non avere fretta, a goderti la strada, guardare le persone in faccia, avere rispetto degli altri, comprese le bici, le carrozzine, i disabili, le ambulanze, le macchine, impari alla fine a stare al tuo posto.
Inoltre se non hai sempre il telefono in mano quando attraversi la strada è meglio, è l’esempio che conta ed è possibile che tuo figlio cresca pensando che telefonare, mandare messaggi ed attraversare la strada siano attività che va bene fare, perchè non è pericoloso! Sicuro che vuoi che impari questo?
Se attraversi sempre dove non devi la tua passeggiata si trasforma in un percorso ad ostacoli, più rischioso e meno piacevole.
E tutto per cosa? Risparmiare 10 minuti? Non ne vale la pena. Attraversa sulle strisce! Aspetta che il semaforo sia verde! Cammina sul marciapiede! Immagina se lo facessero tutti….