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Disturbi della coordinazione motoria e del linguaggio


Scritto il 01 ottobre 2020

Imparare a muoversi

Secondo il metodo steineriano alcuni disturbi sempre più diffusi nei bambini nascono da un disorientamento spaziale dovuto alla mancata conquista della propria corporeità (comprese le difficoltà di apprendimento e attenzione).

Cosa significa questo? I bambini non sanno usare con destrezza il proprio corpo perchè non hanno percorso le tappe dello sviluppo psico-motorio e sensoriale in modo appropriato oppure perchè non hanno una corretta lateralizzazione.

Il bambino delle elementari per esempio fatica a distinguere la destra dalla sinistra (orientamento), si muove poco, non ha forze (ipotonia) e non sa impugnare bene la forchetta (motricità fine).

Come tutor al servizio dei bambini ho approfondito le mie conoscenze con una specifica formazione steineriana dove ho acquisito ulteriori strumenti di aiuto e sostegno.

Si tratta delle fondamenta per uno sviluppo sano del bambino, di cui si parla raramente forse perchè viene data per scontata anche se è sempre più trascurata.

Cosa si può fare in famiglia?

In famiglia è possibile fare molto fin dai primi anni di vita: lasciar giocare i bambini nel movimenti, farli salire in piedi sul tavolo, saltare sul letto, fargli portare vassoi con dentro bicchieri, sono azioni quotidiane che servono per destreggiarsi meglio, coordinare il movimento, usare al meglio il proprio corpo.

E anche camminare nel bosco, arrampicarsi sugli alberi, sono buone pratiche per il fine settimana, a costo zero e utilissime per la motricità.

Un esempio per i più piccoli: il bambino ha gattonato verso i 9-10 mesi? Se non lo ha fatto esistono alcuni esercizi di psicomotricità finalizzati al recupero di quelle competenze motorie che non ha potuto esercitare al momento giusto. (perchè è importante gattonare?)

L’ambiente

Ciò che circonda il bambino piccolo dovrebbe essere il più possibile:

  • semplice (ambienti sgombri di oggetti, di rumori e disordine) dove al bambino sia concesso di muoversi liberamente senza farsi male
  • nutriente (cibo naturale non eccessivamente lavorato) dove non sia tentato continuamente da cibo spazzatura
  • protettivo (ma non iperprotettivo) dove gli sia permesso sviluppare la sua autonomia di movimento, il linguaggio e il pensiero secondo precisi step di avanzamento graduale nei primi 3 anni di vita

Inoltre il bambino piccolo dovrebbe essere protetto nei primi anni di vita:

  • dall’esposizione precoce a schermi e tecnologie che lo rendono passivo, interferendo nei processi emotivi e di crescita e favorendo la confusione tra realtà e realtà televisiva
  • dal bombardamento di stimoli neurosensoriali (suonerie e notifiche dei telefoni, abuso di intrattenimento video che toglie spazio alla scoperta di sè e del mondo)

e negli anni della scuola dell’infanzia ed elementare:

  • dall’influenza dello stress e ad uno stile di vita accelerato (troppi impegni)
  • dalla quantità eccessiva di opportunità (troppi giocattoli, troppa scelta) che confondono
  • dalle pressanti e precoci richieste della scuola, famiglia e società (devi studiare, fare sport e acquisire competenze per la vita)
  • dall’assenza di tempi e di spazi per il gioco libero non strutturato

Stare attenti a non cadere in queste consuetudini aiuta il bambino a mettere radici stabili nel proprio corpo e nell’interiorità per dedicare le giuste forze all’apprendimento, mettendoci entusiasmo e piacere.

disturbi visuospaziali

Qualcosa che nessuno dice

Il gioco libero non strutturato, sempre più difficile per i bambini se non assistiti da un adulto che li aiuta, oltre a liberare nel corpo l’intelligenza motoria di cui è naturalmente dotato svilupperà in lui la capacità di amare ciò che crea e lo incoraggerà ad essere sempre più ambizioso ed intraprendente nelle sue creazioni.

Il bambino lasciato libero di giocare giocherà sempre più forte, rosso in viso dall’entusiasmo, animato dalla sua stessa creatività mentre l’altro, quello davanti al canale you tube sarà sempre più molle nelle membra, ipotonico, svogliato e pallido.

Troppo tardi per essere abili?

Quel bambino avrà mai voglia di impegnarsi a leggere? Avrà mai la possibilità di sperimentare la conquista della scrittura? Troverà gioia in una vittoria simile? La vivrà come una sana sfida? Oppure preferirà lasciarsi mollemente cullare da un nuovo video correlato, coltivando una bolla di nulla nel quale si cullerà fino alle medie, quando comincerà ad essere troppo tardi per essere capaci e competenti?

Non è troppo tardi a nessuna età. Si può arrivare a prendere consapevolezza di ciò che è sano per il bambino in qualsiasi momento, l’importante è avere il coraggio di portare dei cambiamenti nello stile di vita della famiglia. Prendersi la responsabilità di fare meglio (a partire dai nostri comportamenti quotidiani) qualsiasi sia il momento in cui si inizia è l’unica possibilità che abbiamo come genitori ed educatori per fare la nostra parte.

Come prevenire i disturbi evolutivi e del comportamento

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imparare in movimento

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Imparare in movimento


Scritto il 03 maggio 2020

imparare in movimento

Il tema dell’imparare in movimento mi ha sempre affascinato. Sia perchè studio da oltre 15 anni le pedagogie attive e non convenzionali che cercano di rendere l’imparare sempre più accattivante e adatto ai nuovi bambini di oggi sia per via della mia recente formazione come tutor specializzato per i disturbi dell’apprendimento dove il movimento è una chiave significativa.

Mi sto formando in ambito extralesson (approccio steineriano ai Bisogni Educativi Speciali) e ho conosciuto chi ha portato in Italia la Scuola in Movimento, un progetto che arriva dalla Svizzera e sta portando anche qui un nuovo modo di fare scuola.

Imparare ovunque il movimento

Un progetto mai come ora attuale, visto che a causa del Coronavirus avremo sempre più la necessità di fare attività anche didattica all’aperto e quindi usare al meglio spazi che fino a ieri erano relegati alle attività ludiche e ricreative.

Ne ho parlato anche nel mio progetto pilota fare scuola che prevede la possibilità di attivare dei piccoli gruppi di bambini dalla scuola dell’infanzia fino al primo anno di secondaria di I grado in natura, nei grandi parchi cittadini e nei cortili delle scuole.

Imparare in movimento

L’attività fisica è uno dei motori dell’apprendimento perché il movimento consente al bambino o al ragazzo di affrontare la materia di studio attraverso l’utilizzo contemporaneo di più canali sensoriali in grado di favorire la memorizzazione e dunque di aiutare la fissazione delle conoscenze.

Imparare diventa più facile se….

I benefici di imparare in movimento vanno ben oltre il semplice incremento dell’irrorazione sanguigna e riguarda come la stimolazione dell’attenzione e della concentrazione e la possibilità di rendere l’apprendimento più piacevole e favorire un clima meno competitivo in classe.

Ad esempio… le competenze linguistiche

Si possono imparare in movimento tutte le materie curricolari, per esempio è possibile sperimentare esercizi per l’acquisizione delle forme grammaticali o delle parti del discorso attraverso esercizi che permettano una prima elementare categorizzazione delle azioni (verbi) differenziandole dagli oggetti (nomi) e le loro qualità (aggettivi qualificativi) e abbinando ciascuna categoria grammaticale a un movimento.

movimento in classe

Entriamo più nel dettaglio: Facendo il gioco a squadre, un membro delle due squadre pesca contemporaneamente un biglietto ciascuno, ne individua la categoria e corre a riporlo nella scatola della categoria corretta, verificando di volta in volta la soluzione.

L’esercizio è risultato motivante sia quando la gara era svolta con che senza assegnazione del punteggio; questo dimostra che il movimento associato al gioco e non necessariamente alla competizione, costituisce uno stimolo efficace per bambini e ragazzi.

Imparare in movimento le abilità di lettura 

L’auto-dettato da passeggio è un esercizio che consiste nel raggiungere, correndo o camminando, il foglio appesa contro la parete, sollevarlo, leggere attentamente la frase riportata sul foglio sottostante, cercare di memorizzarla e tornare al proprio banco per scrivere su un quaderno. Si tratta di memorizzare la frase, scriverla cercando di ricordarsi correttamente l’ortografia e la sequenza delle parole muovendosi continuamente tra i fogli appesi e il proprio banco. L’esercizio termina con il completamento della scrittura del testo sul quaderno. Se è necessario rendere l’esercizio più stimolante, al termine della scrittura dell’intero testo l’insegnante può assegnare un punteggio per la precisione o per la velocità dell’esecuzione.

La lettura come sfida: mantenere l’equilibrio

Un esercizio che stimola la concentrazione necessaria alla lettura e abitua a leggere mantenendola, è quello che unisce la lettura di un testo al mantenimento dell’equilibrio.
Bambini e ragazzi possono cimentarsi in testi brevi o di media lunghezza rimanendo in equilibrio su un piede solo o cambiando il piede d’appoggio in punti stabiliti, oppure hanno eseguito la lettura mantenendo una pallina morbida o un quaderno in equilibrio sulla testa.

Parole sconosciute

Per imparare a scrivere parole difficili o sconosciute, o parole sulle quali vengono reiterati errori di ortografia si può procedere in questo modo. Durante la lettura viene chiesto al bambino di individuare il  vocabolo ignoto, isolandolo dal testo, ma anche di memorizzarne il suono e la forma scritta, per essere poi in grado di trascriverlo alla lavagna. Oltre all’individuazione del vocabolo, dunque, l’esercizio stimola la sua memorizzazione associata al significato, che sarà fornito dall’insegnante.

Favorire la concentrazione: muovere dita e mani 

L’esercizio consiste nell’alzare il pollice destro mentre il sinistro rimane chiuso nel pugno e successivamente chiudere nel pugno il destro mentre il pollice sinistro si alza. Questo come molte altre varianti dell’esercizio aiutano a sviluppare l’abilità di compiere i movimenti alternati sempre più velocemente senza commettere errori. Coordinazione manuale, attenzione, concentrazione sono sono alcune delle competenze che si acquisiscono giocando, anche sul posto, anche solo per pochi minuti.

Stimolare l’attenzione: muovere braccia e gambe 

Afferrare l’orecchio destro con la mano sinistra e il naso con la mano destra, invertire il compito delle mani e proseguire cercando di ripetere l’alternanza dei movimenti con velocità crescente mostrano come l’integrazione di un semplice movimento con un compito completamente tradizionale, come per esempio la scrittura di un vocabolo alla lavagna dopo avere corso per raggiungerla, possa cambiare del tutto la percezione del ragazzo, rendendo desiderabile un’attività verso la quale in precedenza mostrava insofferenza

Queste sono solo alcune delle riflessioni tratte dal testo La tecnica dell’apprendimento in movimento per l’insegnamento dell’italiano L2 a bambini. Uno studio di caso di Debora Bellinzani. Uno studio che nasce dalla sperimentazione della tecnica dell’apprendimento in movimento nel contesto della scuola pubblica di qualsiasi grado da parte della Confederazione Elvetica che, attraverso l’Ufficio Federale dello Sport (UFSPO) sfociato in Italia nel progetto Scuola in Movimento.

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dislessia e disturbi specifici di apprendimento

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Che cos’è la dislessia?


Scritto il 16 gennaio 2020

La dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che consiste nella mancata automatizzazione dell’abilità strumentale che permette al bambino di leggere. Come se dovesse riconoscere un grafema (per esempio ca e sa) come se lo vedesse per la prima volta e associarlo al concetto di casa.

disle
courtesy Rachel @noguidebook

Ogni volta quindi, il bambino indovina la parola andando per intuito (visto che ha un livello di intelligenza assolutamente nella norma ed è abituato ad arrangiarsi) oppure è una faticaccia, che non migliora con l’esercizio e non si risolve nel tempo.

Se si pensa che l’apprendimento è l’incremento dell’efficienza di un atto, in termini di velocità di esecuzione, precisione e minor impegno attentivo è chiaro che la capacità di mantenere gli standard di lettura acquisiti sia una delle funzioni più importanti.
Leggo piano e mi stanco, poi leggo un po’ in più e vado sempre più veloce stancandomi meno fino a che leggo con gioia e mi godo un bel romanzo. Quello si chiama incentivo.

Le persone che non hanno DSA godono quotidianamente di incentivi, perchè il loro impegno viene ripagato con l’automatizzazione delle funzioni. Leggo sempre meglio, posso studiare cose sempre più complesse e cosi via.

Per il dislessico la lettura che non si velocizza mai diventa un ostacolo enorme all’apprendimento ma non solo, è un gigantesco ostacolo per la sua autostima. Sarò stupido, pensa.

courtesy NeONBRAND @neonbrand

courtesy NeONBRAND
@neonbrand

Per fortuna oggi ci sono tanti modi modi ovviare a questa difficoltà, come la lettura prestata o i software di lettura vocale. E c’è anche la possibilità di farsi aiutare dal tutor dell’apprendimento, una figura specializzata nel sostegno a casa degli studenti con questi specifici bisogni educativi.

La grande barriera dell’ignoranza

Il bambino o il ragazzo con dislessia viene spesso visto in classe come qualcuno che gode di privilegi ingiustificati: le misure dispensative e gli strumenti compensativi. Perchè lui ha la calcolatrice durante il compito in classe o guarda le mappe durante l’interrogazione e noi no? – chiedono i compagni.

Questi equivoci nascono perchè non si conosce la legge. La legge 170 del 2010 e le successive linee guida 12 luglio 2011 permettono agli studenti con DSA di utilizzare alcuni particolari strumenti per sostenere la loro performance scolastica. Non come meno sforzo ma per dare pari opportunità a chi, per una neuro-diversità che non è una disabilità, ha difficoltà ad automatizzare alcune funzioni come la memoria.

Degli strumenti compensativi e delle misure dispensative parleremo più avanti, per ora guardate a pag. 82 di questo pdf per conoscerli nel dettaglio

Diversi tipi di disturbo del linguaggio

Le persone con Disturbo Specifico sono circa il 4% della popolazione scolastica. Si tratta di studenti che hanno una difficoltà con la lettura (dislessia) oppure nella scrittura (disortografia nel caso di chi reitera errori ortografici oppure disgrafia nel caso di cui ha una bassa qualità del tratto grafico per questioni di coordinazione motoria, visto che come sappiamo il gesto grafo-motorio è qualcosa di molto complesso) oppure può avere una difficoltà nel calcolo, in quel caso si tratta di discalculia.
Spesso i disturbi sono associati e allora si chiama disturbo misto.

La dislessia non è una disabilità

E’ importante sapere che il DSA non ha nulla a che vedere con il ritardo mentale, l’autismo e i disturbi psicopatologici come l’ADHD. Tanto meno sono collegati ai disturbi non specifici come la sordità o la cecità che sono di origine neuro-sensoriale. Neanche lo svantaggio socio-culturale ha la benchè minima relazione con i disturbi specifici di cui parliamo.

Il DSA non può essere attribuito a problemi psicologici o relazionali però può esserne la causa, proprio perchè viene spesso frainteso, sottostimato o stigmatizzato.

Da dove arriva la dislessia?

Sulle origini del disturbo, le terapie riabilitative, il tutoraggio didattico specializzato e il lavoro di informazione e sensibilizzazione da fare a scuola e in famiglia per aiutare bambini e ragazzi a superare il tabù della dislessia e degli altri DSA saranno pubblicati altri articoli prossimamente.

Come aiutarle i bambini con dislessia

Una delle modalità più avanzate e riconosciute come efficaci negli ultimi anni è lavorare con il movimento. Tutti i bambini imparano meglio muovendosi e associando la concentrazione al divertimento ma i bambini con disturbi dell’apprendimento sono sicuramente i primi a beneficiare di questa modalità che è giunta recentemente anche in Italia e prima di tutto nelle Marche.
Speriamo che imparare con il movimento sia un metodo che verrà adottato in tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado al più presto.

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disegni di forma

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Extra Lesson: esercizi per bambini dislessici


Scritto il 10 aprile 2019

Secondo studi pedagogici le difficoltà di apprendimento nascono oltre che da una predisposizione genetica anche da un senso di disorientamento spaziale. E a scuola si può far molto più che certificare, dispensare e compensare.

geometria classe sesta - courtesty of alabama waldorf school

La scuola che vogliamo

può essere un ambiente portatore di salute e di fiducia sociale. Un luogo di accoglienza dove i bambini sono in movimento insieme ai loro insegnanti perchè il corpo collabori nell’apprendimento, non sia un ostacolo all’imparare, da tenere fermo il più possibile.

Perchè i bambini non stanno mai fermi?

I bambini hanno bisogno di muoversi per mille motivi che vi racconto tra un attimo. E spesso agli adulti danno fastidio. A me per esempio i bambini sempre in movimento mi disturbavano.

Infatti mi sono serviti tre figli maschi super-attivi per imparare tantissimo. Cosi tanto che ci ho scritto un libro pubblicato da Natura e Cultura la stessa casa editrice del mio guru Henning Köhler..

foto di sabrina d'orsi - vivere semplice

Vivere semplice, il libro racconta la storia di una famiglia che scopre la pedagogia steineriana e inizia a permettere ai figli cose strane come  arrampicarsi sugli alberi, fare il falò in giardino e andare in giro nudi sotto la pioggia. Con le conseguenze sociali che ne derivano.

Un’avventura che mentre crescevo i miei figli ha fatto crescere anche me.
Clicca qui per comprarlo subito:

Che cos’è Extra Lesson?

Extralesson è un programma di sostegno per bambini e ragazzi con Bisogni Educativi Speciali (BES) e per chi ha difficoltà nella scrittura e lettura, come i bambini con dislessia e disgrafia.

E’ una pratica di pedagogia curativa proposta da Audrey McAllen, un’insegnante inglese della scuola steineriana. Trae i suoi fondamenti dalla teoria pedagogica di Rudolf Steiner. La Lezione in più è il testo di riferimento in italiano.

Lavora attraverso esercizi/giochi di movimento, il disegno e la pittura, attività inclusive che possono essere svolte singolarmente da un terapeuta curativo ma anche essere fatte con continuità anche pochi minuti al giorno come base ritmica della giornata, da parte dell’insegnante di classe, già a partire dalle prime classi della scuola elementare.

Il ritmo alla base di tutto

Come sapete nella pedagogia steineriana si dà molto valore al ritmo: noi siamo ritmo e viviamo costantemente immersi nel ritmo fisiologico del respiro o dell’alternanza sonno/veglia e in quello più esteriore delle nostre abitudini.
Qui un approfondimento sull’importanza del ritmo.
E qui degli esercizi di percezione del proprio corpo.
A scuola la giornata inizia con una parte ritmica: si fanno giochi basati sul ritmo, si canta, si suona e si ripetono insieme le tabelline o le regole grammaticali. Lo si fa giocando, battendo i piedi, saltando la corda. E’ più facile ricordare quando ci si muove. Avete mai notato che quando i bambini ripetono la lezione si alzano dalla sedia? Lasciateglielo fare!

E chi ha difficoltà ad imparare?

Ogni difficoltà di apprendimento parte, secondo questa impostazione, nasce da un senso di disorientamento spaziale: da qui nasce l’esigenza di pensare una serie di giochi che aiutino bambini e ragazzi a sviluppare consapevolezza del proprio corpo nello spazio.
E’ stato osservato come il bambino dislessico o disgrafico spesso non abbia una lateralizzazione predominante e le sue difficoltà sia connesse al non completo superamento delle tappe evolutive legate all’acquisizione dello schema corporeo.

Chiedi al bambino di toccare con la mano destra la punta dell’orecchio sinistro. Lo fa subito? Senza difficoltà? O si contorce, rimane a pensarci, si mette a ridere e scappa via? Questa è quella che Extra lesson chiama esercizio di geografia corporea.

Clicca per sapere in cosa consiste la lateralizzazione predominante e come si può lavorare con il bambino per fargliela conquistare.

Esercizi per tutta la classe

Questi giochi che si svolgono di solito in cerchio, a coppie, con l’uso della palle e palline, sono adatti ad essere svolte da tutta la classe,  aiutando il gruppo classe a formarsi e a non lasciare indietro chi ha qualche difficoltà.

Giochi per bambini e ragazzi dislessici, disgrafici e BES

Un grande vuoto che si incontra arrivando alla scuola elementare è che tutta la didattica è mediata dalla razionalità. Come se per imparare bisognasse stare per forza fermi davanti ad un banco con carta e penna in mano. In realtà passando dalla materna alla prima quindi dal gioco alla scuola bene sarebbe importante far entrare gradatamente l’apprendimento nel gioco.

Perchè non tutti i bambini hanno facilità ad adattarsi agli standard scolastici, ma ciò non significa necessariamente che abbiamo delle incapacità.

La Extra Lesson ha strutturato tanti giochi:

  • di memoria,
  • giochi di riconoscimento non visivo e di memoria alfabetica,
  • giochi sensoriali,
  • giochi di spelling e riconoscimento delle lettere,
  • esercizi di lettoscritture con le non parole,
  • esercizi di discriminazione tra parole omofone e omografe
  • giochi di attenzione e di ascolto,
  • di geografia rappresentativa, di concentrazione,
  • di rafforzamento del gruppo
  • di disegno di forme di cui qui abbiamo dato solo un breve cenno.

disegni di forma

Resta moltissimo da imparare a patto che l’atteggiamento interiore dell’insegnante sia quello giusto per iniziare:

  • accogliere con devozione
  • accompagnare con amore
  • lasciare andare nella libertà

ovvero che l’insegnante sia disposto a mettersi in gioco e ad osservare senza giudicare.

Extra Lesson nel mondo

Theextralesson.com

Balance in childhood

Waldorf Resources.org

Healing Education.org

Well balancedchild.com

Come aiutare i bambini con dislessia?

Una delle modalità più avanzate e riconosciute come efficaci negli ultimi anni è lavorare con il movimento. Tutti i bambini imparano meglio muovendosi e associando la concentrazione al divertimento ma i bambini con disturbi dell’apprendimento sono sicuramente i primi a beneficiare di questa modalità che è giunta recentemente anche in Italia e prima di tutto nelle Marche.
Speriamo che metodi come l’extralesson o imparare con il movimento vengano presto adottati in tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado.

Che le difficoltà di apprendimento nascano da un senso di disorientamento spaziale non è solo un’intuizione della pedagogia curativa steineriana. Ecco qualche altra fonte di documentazione:

Didattica e scienze motorie Tesi di laurea di Pasquale Moliterni

http://lineadidattica.altervista.org/files/Corso-PDP-Busto-Arsizio-2014.pdf

https://bischfit.ch/it/u/scuola-in-movimento/

https://www.mobilesport.ch/actualita/tema-del-mese-122016-muoversi-di-piu-nella-scuola-dellinfanzia/
da questo articolo abbiamo preso in prestito la foto in homepage, grazie!

Tanti modi per imparare a scrivere

Sempre più spesso i bambini con disturbi dell’apprendimento vengono dispensati dallo scrivere a mano e gli viene proposto un tablet o un computer. Ma anche scrivere sulla tastiera senza averne le competenze può essere una faticaccia.

Impara a scrivere con 10 dita sulla tastiera del computer. Ho scritto una piccola guida per bambini e adulti che vogliono imparare a scrivere con 10 dita sulla tastiera, usando risorse gratuite in rete e qualche consiglio segreto (che conoscono tutti quelli che hanno fatto dattilografia a scuola!!).

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