Visti da vicino e nonostante le diagnosi e le certificazioni ben pochi bambini hanno davvero il disturbo specifico che riguarda l’abilità di numero e di calcolo chiamata discalculia.
Il problema è che non siamo abituati a pensare in modo numerico.
Il motivo è che l’educazione che riceviamo a scuola e nella società non è pensata per abituarci a usare l’intelligenza numerica.
Immaginate se si imparasse a parlare non prima dei 6 anni o a muoversi alla scuola materna. Saremmo tutti incapaci di parola o disabili motori.
Allora perchè si impara a fare i calcoli solo alle elementari?
I primi anni di vita sono fondamentali, è Rudolf Steiner stesso a dirlo, e ovviamente non solo lui.
Usa i numeri come parli
Riconoscere e discriminare i numeri appartiene in maniera fondativa al nostro essere umani. Perchè?
Fin dagli albori, l’uomo aveva bisogno di riconoscere in maniera automatica quanti erano i nemici davanti a lui, per proteggersi. Il meccanismo del riconoscimento numerico è quindi molto più antico di quello del linguaggio o delle competenze sociali.
Se non giochiamo con i numeri con i bambini fin da piccoli, come si fa con la parola, con il disegno, con il movimento, allora il rapporto tra la nostra intelligenza numerica e la nostra competenza matematica rimarrà squilibrata e sempre deficitaria (tranne per i pochi cervelloni che ce la fanno da soli)
Daniela Lucangeli, esperta di educazione e plasticità celebrale, lo spiega in modo illuminante.
In pratica la plasticità celebrale, che è fondamentale per mantenere efficiente il nostro modo di pensare, imparare e ricordare, è fortemente influenzata dall’educazione e dall’ambiente.
Ci sono adulti esperti (e genitori che si informano) che sanno fare con i bambini le attività più adatte a sviluppare le abilità e le competenze che servono loro dei bambini. A quanto ammonta il tempo che questi adulti passano con i bambini? Se è tanto avremo dei bambini fortunati. Mi fa impazzire quando Daniela dice questo che è un’assioma dell’educazione . Non voglio spoilerare nulla.
E’ il cosa che fa la differenza
Il modo in cui bambini e insegnanti trascorrono insieme le ore di scuola e la qualità delle relazioni influenza l’esperienza umana fino al punto di plasmare l’architettura del cervello (come pensiamo, come contiamo, come leggiamo) a seconda che l’esperienza sia edificante (potenziamento) o meno (vabbè, capito).
Perchè a seconda di come esercitiamo le nostre funzioni celebrali queste evolvono o meno raggiungendo la zona di sviluppo prossimale di ognuno di noi, ovvero il nostro potenziale. Non vado nei dettagli, ok. (Vigotzky)
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Nelle scuole steineriane
Nonostante nelle scuole steineriane si giochi tanto con le quantità pare che il problema della discalculia sia presente anche li, come in tutte le scuole pubbliche e private del mondo.
Non sono un’esperta di questo argomento, ma un’idea come insegnante, tutor dell’apprendimento e madre di 3 figli, 2 dei quali 2 hanno frequentato la scuola steineriana e vanno al liceo scientifico, me la sono fatta.
Cosa prevede il programma della scuola steineriana per imparare ad elaborare un’idea del numero sufficientemente concreta e aiutare i bambini ad utilizzare la loro intelligenza numerica?
Per esperienza so che si insegna la geometria con un metodo geniale, che infatti piace loro moltissimo e li fa trascorrere i pomeriggi della prima media a fare disegno tecnico come se fosse un gioco. Stupendo!
Però a 7 anni si comincia con i sacchetti di nocciole (per sperimentare la decina) per fare le addizioni e con l’introduzione delle lettere dell’alfabeto (su fogli senza righe e con l’uso di pastelli) e si va avanti per mesi senza che mai ci sia un momento metacognifivo e si spieghi ai bambini che stanno imparando le unità, le decine, eccetera. Senza chiamare per nome la conoscenza. E questo ha i suoi lati positivi e negativi.
Un aspetto negativo, che oggi vedo e che non vedevo in passato, perchè ero solo una mamma e non una tutor dell’apprendimento è che passano gli anni e i bambini rimangono sottoscolarizzati, senza la possibilità di sfruttare la plasticità celebrale di cui parla la professoressa Lucangeli.
Il risultato è che i bambini dotati recuperarenno più avanti, a fatica e con il sudore della fronte il gap che si crea in questi primi anni di bassa scolarizzazione, mentre per i bambini con DSA si aprirà una voragine nell’apprendimento che sarà un vero problema recuperare.
I bambini iperdotati invece, o quelli più risvegliati nell’aspetto cognitivo lasceranno la scuola steineriana a metà ciclo perchè stufi di aspettare di essere più grandi per fare cose che sarebbero pronti ed entusiasti di fare prima. Una sconfitta per la scuola della libertà!
Con la caparbietà di non voler adeguare anche minimamente il programma didattico ai giorni nostri la scuola steineriana ottiene il risultato opposto a ciò che si prefigge e rischia di perdere l’autorevolezza e la credibilità che, per quanto mi riguarda, ha sempre avuto.
Giochi di numeri
Vi racconto un gioco che mio padre faceva con me e che io ho sempre fatto con i miei bambini dopo cena. Loro si divertivano ed io riuscivo a godermi un po’ le loro facce impegnate nel gioco.
Un bambino esce di casa con 7 euro e va al negozio sotto casa a comprare delle banane che costano 2.50 euro al chilo. Quanti chili può comprare? Pensa alla risposta e non rispondere.
Con il resto decide di fermarsi al negozio delle caramelle per comprare un cioccolatino da 50 centesimi per ogni amico che stasera verrà a cena. Quanti amici potrà invitare a cena?
Stai attento a non rimanere senza cioccolatino però!
Per approfondire
Coordinazione motoria e lateralizzazione