Insegno storia ai ragazzi delle medie e per la prima volta affronterò insieme a loro l’esame di terza media. La prima scelta che dobbiamo fare insieme è: tesina si o tesina no. Voi che ne pensate?
Sulla questione esame sottoscrivo quello che dice il prof. Enrico Galliano. Ascoltatelo!
Il tema è: Come si insegna a giocare la palla ad un ragazzo, una volta che gliel’hai passata?
Cosa vuol dire studiare la storia?
Le parole che voglio sappiano maneggiare sono globalizzazione, capitalismo, organizzazione del lavoro, lotta per i diritti umani piuttosto che ancien regime e belle epoque. Ecco le competenze che i ragazzi che escono dalle medie devono avere:
- poche ma solide competenze sulla storia sociale ed economica del mondo
- conoscenza sulla rete che tiene insieme i vari campi del sapere (collegare le materie no?)
- sapere che la storia è fatta di conflitti tra innovazione tecnica, responsabilità nei confronti del pianeta e che la civiltà in evoluzione ha una forte influenza sull’uomo e sul suo benessere
- fare ragionamenti sul rapporto degli uomini con il tempo e con lo spazio grazie alle scoperte e allo sviluppo.
C’è sempre più la necessità pedagogica di una sintesi dei contenuti a favore di singoli esempi (come cambiano i trasporti, quali sono le materie prime che hanno dato vita alla corsa all’imperialismo, ecc)
I ragazzi si perdono nei dettagli e non colgono la forma della storia.
Cambiare il modo di stare in classe
In terza media i ragazzi devono essere in grado di lavorare in gruppo (ma se non abbiamo iniziato negli anni precedenti non sarà facile).
Devono saper analizzare le fonti (cioè scovarle come in una caccia al tesoro e usarle per qualche scopo).
Scorrere wikipedia e copiare a caso per far contenta la prof è triste e inutile.
Si tratta di sviluppare la responsabilità del singolo, valutare in che ruolo ognuno dei membri del gruppo può dare il suo contributo. E questo senza l’aiuto di un adulto!
Aiutarli a trovare l’ispirazione…
Scoprire le biografie di inventori ed innovatori, conoscere le storie imprenditoriali di chi si è affermato con l’iniziativa e l’acume.
Mostrare che nascono nuove idee là dove l’agire è guidato da aspirazioni e ostacoli da superare.
Ecco perchè l’esame di terza media (e anche la maturità) non possono essere momenti in cui viene ripetuta una lezioncina a memoria o quasi ma un confronto con le idee vere del ragazzo, se siamo stati capaci di insegnar loro a pensare.
Meglio un confronto vero (magari a livello elementare) che una finta bella figura. E se i ragazzi vengono preparati fin da subito ad affrontare un esame vero saranno i primi ad attivarsi per non farla quella benedetta brutta figura. Perchè a nessuno piace farle.
Compito pedagogico e contenuti nel piano studi della scuola Waldorf 2. Piano di studi verticale dalla I alla XII classe Materie Umanistiche di Tobias Richter e AA VV W Scuola edizioni
Questo libro è una fonte di ispirazione eccezionale per tutti coloro che sono alla ricerca di fonti di ispirazione per le scelte didattiche.
Tali decisioni, mai come ora, hanno bisogno di essere coraggiose e pregne di senso per suscitare interesse e curiosità negli alunni.
Il coraggio degli insegnanti
E tu che porterai i tuoi ragazzi all’esame di terza media, te la senti di lanciargli una palla e lasciarli giocare con ciò che hanno imparato, per mettere insieme un ragionamento senza averlo preparato? Qui siamo noi docenti a giocare: ci fidiamo di come abbiamo insegnato? Ci fidiamo di loro? Siamo riusciti a suscitare interesse? E siamo disposti a perdere davanti ai colleghi?