Chi mi legge da anni sa tutta la storia.
Per gli altri un breve riassunto: sono mamma di tre figli grandi, due di loro sono andati alla scuola steineriana e il terzo no. Da qualche anno ho lasciato il mio lavoro di consulente di comunicazione e mi sono dedicata alla mia passione di sempre: la pedagogia.
Insegno lettere alle medie con somma gioia mia e dei miei ragazzi (mi pare) e nel mio metodo di insegnamento inclusivo (essere tutor dell’apprendimento mi ha aiutato molto) mi sono sempre ispirata a ciò che la scuola steineriana mi ha insegnato come genitore:
- inutile stressare i ragazzi con tonnellate di compiti (tanto li fanno così male che non servono).
- dannoso usare i voti come minacce. Fa perdere il senso della valutazione.
- la lezione frontale non può essere l’unico modo (altrimenti i ragazzi si addormentano ad occhi aperti, si è vero stanno tutti in silenzio ma il motivo è che pensano ad altro).
- urlare è da sfigati (parlo io che ho urlato per anni con i miei figli prima di capire quando fosse inutile)
- i ragazzi si prendono con cuore, pazienza, gentilezza e rispetto.
- si impara con le mani, con i piedi, con il dire, il fare e anche il buttarsi per terra. più si fa più si impara: non c’è un modo esclusivamente razionale di imparare, non a 13 anni.
Dalla mia esperienza come insegnante invece ho imparato che:
- la flipped classroom mi convince poco: è in classe che bisogna lavorare e spiegare, argomentare, dibattere, analizzare con i ragazzi e in termini semplici,
- non bisogna stancarsi delle domande più banali e delle richieste continue di interventi ed attenzioni
- se i voti si devono proprio usare che almeno siano equi. Mai usare i voti come un’arma di potere, mai mettere brutti voti per punire (tantomeno bei voti per premiare)
- bisogna abituarli a lavorare in gruppo: sul lessico e sulle idee
- bisogna partire da ciò che è accaduto (in storia), da dove succedono oggi le cose (geografia) e dalla necessità di comunicare per risolvere problemi e saper dire le proprie idee (italiano)
Della scuola steineriana ne ho sentite di cotte e di crude:
- non ti prepara alla vita perchè non ci sono i voti
- ti rende analfabeta perchè non ci sono i libri
- è antica perchè ti fanno fare il lavoro manuale che è inutile
- quando poi vai al liceo non ce la farai mai…
Alla fine il tempo è passato e ho potuto farmi un’idea concreta, di come funzionano le cose: la scuola steineriana è una coraggiosa sperimentazione di azione pedagogica.
Un’azione anche maldestra ma concreta verso il cambiamento e il superamento di una scuola dove gli insegnanti usano i voti come sciabole e perdono un sacco di tempo a fare paternali.
Ad ognuno la sua scuola
Mio figlio grande dopo 8 anni di scuola steineriana ha fatto il liceo scientifico statale e fa l’università a Milano. Ancora parla di quanto è stata avvincente la sua carriera scolastica!
Mio figlio medio frequenta il liceo scientifico e dice che la lezione frontale se fosse ben fatta andrebbe anche bene, ma sentire qualcuno che parla per ore, monotono, senza neanche alzare lo sguardo per tutta l’ora non è molto incoraggiante. Come dargli torto.
E il piccolo andrà al liceo l’anno prossimo. Cercando per lui qualcosa di giusto mi sono imbattuta nella sezione sperimentale del Liceo Morgagni che si chiama la sezione delle Relazioni e della Responsabilità. Un liceo senza voti, dove si lavora in gruppo e in classe riducendo il lavoro da svolgere a casa, dove si promuove il benessere degli studenti incoraggiandoli ad avviare un processo di apprendimento libero e consapevole. E dove alla fine i ragazzi si sentono vivi, imparano e sono felici. Non è vero che a scuola bisogna per forza soffrire.
E allora mi son detta: stai a vedere che quelli della steineriana avevano proprio ragione!!
Vuoi saperne di più?
Leggi questo articolo, guarda questo materiale di approfondimento e questo pdf. Il progetto è vera e propria ricerca azione, un liceo a Roma dove qualcosa si muove, vi rendete conto?
Che siate marziani, steineriani o strambi idealisti sappiate che pare che gli altri, quelli normali, si stiano accorgendo che la scuola cosi com’è… è tutta da rifare.