Esami di quinta elementare: nelle scuole pubbliche non si fa più, in quelle non parificate si fa ed è una benedizione. Perchè?
Come funziona
Un tema, una prova di matematica, un colloquio, una prova scritta e orale di inglese. Un piccolo confronto con il mondo esterno, con la giusta dose di paura di non farcela, svolto in una scuola pubblica, con una commissione di maestri normali come dicono i bambini. Alcuni di loro usciti dal colloquio orale su tutte le materie hanno esclamato: credevo che fossero mooolto più cattivi!
Cosa pensi della scuola pubblica?
Se i bambini credono che i maestri della pubblica siano cattivi, severi, ecc.. questo dovrebbe parlare a noi genitori: come parliamo della scuola pubblica di fronte a loro? La giudichiamo? La critichiamo? Sbagliato! Non possiamo lamentarci se i nostri figli sono snob se lo siamo anche noi. La scuola pubblica non è MALE e noi siamo dei superficiali se crediamo questo! I nostri figli non dovrebbero sentirsi diversi, o più fortunati degli altri. Questa è una scelta pedagogica che non deve in nessun modo riguardare i piccoli.
Una reciproca scoperta
Del mondo fuori dalla scuola Steiner i bambini hanno sicuramente un po’ di timore ma anche molta curiosità e meraviglia, e la cosa è reciproca. Maestri che non hanno mai visto questi bambini li vedono arrivare con i loro astucci fatti ai ferri, con i loro atlanti e libri scritti e disegnati a mano. Li ascoltano cantare e suonare i loro strumenti in cerchio, prima di iniziare, quasi come per creare un momento di concentrazione proprio solo del loro stretto cerchio: la Classe.
Li ascoltano declamare Cantami, o Diva, del Pelìde Achille, in greco e poi in italiano e credo sia uno scambio ricco di reciproca ammirazione, per quel che possono fare i bambini e per quello che possono incarnare in quel momento maestri atti a valutare il loro cosi alacre lavoro.
Poi ci sono le pagelle, quelle di casa nostra, poesie dedicate ad ogni singolo bambino, scritte o scelte e illustrate dalla maestra stessa, personalizzate con amore smisurato. Una tale commozione che si ripete ogni anno con sempre maggior gratitudine.
I privilegi e la gratitudine
E’ vero che questa scelta è un privilegio e non amo sentirmi una privilegiata. Se devo schierarmi preferisco stare là dove stanno tutti e combattere insieme a loro. Ma non posso esimermi dal testimoniare la grande gioia e la gratitudine per aver scoperto questa pedagogia cosi potente, sensata, istintiva, vicina ai bisogni del bambino e della famiglia.
Grazie a tutti voi maestri e genitori di tutte le scuole che tenete i bambini in alta considerazione, che li amate e rispettate per quello che sono, che avete capito che da loro c’è molto più da imparare che non da insegnare. La mia gratitudine va alla categoria vocazionale dei maestri di ogni ordine e grado. Vorrei abbracciarvi tutti!
A riguardare la consegna delle pagelle di terza classe mi dico che il mio vivere semplice è un prezioso strumento della memoria, e anche solo per questo motivo dovrei forse trovare la forza di portarlo avanti ancora per un po’.
non smettere, per favore, è da poco che conosco Vivere Semplice, ho scoperto cose meravigliose, è preziosissima questa tua condivisione,GRAZIE
Ho sentito parlare della scuola steineriana, ma non ho ben presente come funzioni, vado indietro e mi leggo qualcosa qui da te, perchè sembra davvero un approccio interessante.
Solo tu saprai se avrai o meno la forza di portare avanti il blog, …. però qui già un po' si sente la tua mancanza!! A proprosito … come va la tua esperienza presso il nido?
E' verissimo quello che dici: presso la scuola steiner i bambini vengono trattati con l'umanità che meritano. A volte succede anche nella scuola statale … ma non sempre e comunque senza il supporto di una didattica che tocchi l'anima.
"e anche solo per questo motivo dovrei forse trovare la forza di portarlo avanti ancora per un po'."
E direi!!!
Stessa cosa vale per me che in questo periodo lo sto trascurando cause "tecniche" ma anche tempo dedicato ad altro!
Buon fine scuola, a presto.
Sono d’accordissimo per gli esami, io li ho fatti anche in seconda elementare (ai miei tempi…ho sessant’anni), mio figlio ha fatto a tempo, nella scuola pubblica, a farli in quinta. L’esame , nella proporzione della classe che si frequenta, permette al bambino di “provare” se stesso al cospetto del mondo. Dipende sempre da come i genitori, a casa, lo intendono e aiutano il bambino. Mio figlio ha sentito con importanza per sè questo passo: uscire bene dall’esame per lui è stato un momento di crescita, è stato sapere “che poteva farcela”: nella vita di prove così ne passeremo tante…anche un colloquio con un futuro datore di lavoro si può improntare diversamente se si è “abituati” a mettere se stessi davanti al mondo.
Vorrei aggiungere che, secondo me, a proposito del senso di sentirsi privilegiati io credo che se si dà la giusta definizione a questo termine, come anche “eletti”, Steiner afferma che è una grande responsabilità, non crea cioè persone “snob” bensì persone che sanno di aver ricevuto dei doni meravigliosi e sanno di doverli condividere con chi non li ha. Quello che già fate quando “postate” tutti i vostri argomenti!
Buona Vita a voi! Renata.