Lamentarsi delle cose spiacevoli significa raddoppiare il male, riderne significa distruggerlo.
Questa frase della tradizione confuciana mi colpisce particolarmente, io che non so ridere neanche delle cose che fanno ridere, figuriamoci delle altre.
Questa massima rappresenta per me l’emblema dell’adultità che si confronta e scontra con l’adolescenza. Sempre ammesso che in questo confronto sia lecito usare l’ilarità, la comicità e/o sia possibile sdrammatizzare usando il senso dell’umorismo.
Noi genitori e insegnanti tendiamo a non far altro che lamentarci: di come sono i nostri figli e di come agiscono i nostri alunni o quello che dicono. Questo avvelena a volte la relazione con loro. Credo d’altronde che ciò sia ineluttabile perchè gli strumenti a disposizione della comunicazione intergenerazionale sono limitati e fallaci.
Ma c’è una bella differenza tra il lamentarsi e il cercare con tutte le proprie forze di limitare quanto di spiacevole accade. E credo che in questo stia proprio la saggezza degli adulti. Lamentarsi è inutile e pernicioso, fomenta il malessere, crea alibi, riduce la capacità critica. Impegnarsi con tutte le proprie forze è lodevole, ci fa sentire a posto con la coscienza. Anche se gli altri non ci riconoscono alcun ruolo questo atteggiamento di impegno è in grado di dare soddisfazione e gioia.
Studiando un po’ di cultura cinese, per avvicinarmi alle mentalità di alcuni miei alunni, trovo che il confucianesimo sia un antidoto potente al malessere, all’impotenza di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie.
Confucio era un uomo comune figlio di gente povera, che divenne filosofo e aprì una scuola per diffondere il suo pensiero. La sua prima biografia fu scritta 400 anni dopo la sua morte e da allora i suoi insegnamenti si diffusero in tutta la Cina.
Tra le massime di Confucio ce ne sono alcune che conosciamo benissimo e che, personalmente, tendo a ripetere ai miei figli proprio perchè a mia volta i miei genitori le dicevano a me (senza sapere che fossero proprio sue):
Scegli un lavoro che ami e non dovrai mai lavorare un giorno in vita tua
oppure
La persona nobile incolpa se stessa mentre la persona insignificante incolpa gli altri
Ci sono sono alcune citazioni da cui anche il cristianesimo ha attinto a piene mani secondo me, visto che è nato 6 secoli dopo. Il confucianesimo è una filosofia che si è sviluppata in Cina al VI secolo a.C. Per alcuni si tratta di un sistema di valori umanista e secolare, per altri di una religione e per altri ancora di un codice sociale.
Ciò che non vuoi che sia fatto a te stesso, non farlo ad altri.
Anche questa citazione mi piace moltissimo:
E’ un uomo molto virtuoso chi non si altera mai, anche se gli altri potrebbero non notarlo mai
Tra gli insegnamenti di Confucio c’è anche il Codice morale che può riassumersi cosi: “Se le persone sono guidate da leggi penali eviteranno le punizioni ma non proveranno vergogna. Se guidate dalla virtù e dalla correttezza proveranno vergogna e diventeranno buoni.”
Se questo vi sembra troppo semplicistico vi dico che è solo talmente semplice da sembrare arrogante. Semplice ed efficace. Confucio divenne ministro della Giustizia e si uccupò di introdurre pratiche e cerimoniali finalizzati a sviluppare il rispetto, la gentilezza, il ripristino di alcuni riti e la valorizzazione dei principi etici oltre alla consapevolezza morale che ultimamente stanno conoscendo in Cina una grande popolarità.
Sfortunatamente fu ordito un piano ai danni di Confucio, distraendo il governante e corrompendolo con ricchezze e distrazioni anche a sfondo sessuale. Confucio fu cacciato, vagò per 14 anni per molti paesi con la sua ristretta cerchia di discepli, cercando di portare le sue idee ai re dei vari stati e incontrando molte avversità.
L’uomo dagli alti valori (l’uomo moralmente nobile, persona esemplare per virtù e stati d’animo, ju inz 君子 ) che ha in mente Confucio corrisponde molto bene alla degni-di-essere-imitati di cui parlo da tanti anni qui (che bellezza scoprire che dal basso della mia ignoranza ho pensato pensieri così alti)
Vorrei concludere con una citazione che ho capito solo recentemente perchè l’ho sperimentata personalmente.
L’uomo che dice di essere in grado di farlo e l’uomo che dice di non esserlo hanno entrambi ragione
Cosa voglio dire? Che ognuno fa quello che può con gli strumenti che ha nonostante agli altri questo possa sembrare troppo poco.