Sono appena tornata da un viaggio che per lavoro mi ha portato in un luogo sorprendente, la costa est della Repubblica Dominicana. Si trattava di un family press trip, quei viaggi perlustrativi che fanno i giornalisti in cui vai, vedi e poi scrivi. Scriverò infatti per Kids un articolo che racconta la mia esperienza e come penso che una famiglia possa trovarsi, cosa fare, cosa vedere….
Non ho visto tutto della Repubblica Dominicana ma solo una piccola parte, la zona di Bayahibe e Cap Cana, una landa vergine e rigogliosa senza nome fino a circa 30 anni fa, dove è stata intrapresa un'operazione di real estate da circa 2 mila miliardi di dollari ad opera di tre giganti dell'investimento immobiliare che hanno trasformato questi 120 chilometri quadrati di terra, di cui 8 km di spiagge paradisiache in un business senza paragoni.
Non immaginatevi però palazzoni sul mare stile Cancun o distese di cemento, Cap Cana è un posto meraviglioso. L'impianto immobiliare è stato studiato da architetti che amano la terra e la rispettano, gli immobili sono stati sparpagliati a dovere e rimangono sempre bassi e con tetti generalmente di palma. L'acqua abbonda e le spiagge sono rimaste intatte. Stanno costruendo solo ora la prima autostrada.
Le strutture che offrono ospitalità sono di altissimo livello: il più modesto se cosi si puo' dire è il villaggio turistico quattro stelle, poi ci sono i resort cinque stelle con 6 ristoranti, 5 piscine, spa, sauna e accesso privato al mare, per arrivare ai resort da 500 stanze, con all'interno appartamenti, ville con uso esclusivo di isole private e per finire le boutique hotel, paradisi protetti, solo poche decine di ville tra le più esclusive. (per nomi e cognomi vi rimando al mio articolo che uscirà nel numero di novembre)
Il fatto è che questa terra e questa gente pare accogliere e sfruttare al meglio questa che poteva essere una sciagura ecologica ma in realtà sembra essere un'incredibile opportunità. La terra li è davvero tanta, in una settimana abbiamo visitato circa un ventesimo di tutto il territorio dominicano o forse meno. E' una terra varia, dai climi molteplici e dalle tante opportunità. Il più modesto dei dominicani mantiene comunque il suo sorriso, la dignità di chi pur povero ha sempre un cesto di manghi buonissimi e può masticare canna da zucchero. Non si muore di fame qui, semmai si aspira a lavorare in questi resort per emanciparsi.
E' stata una settimana incredibile e oltre al jetlag mi sono portata a casa anche di una serie di contraddizioni. E ho lottato per alcune ore contro queste contraddizioni, perchè abituarsi al lusso è cosa facile. E perchè no, me lo merito. Cioè non mi merito il lusso, nessuno di noi credo possa meritarlo più di altri, ma mi merito di poter godere del lusso se c'è, di poterlo apprezzare e di avere la libertà di poterne parlare qui. Mi merito il marito che ho, che quando gli ho detto parto per una settimana vado ai caraibi mi ha detto certo amore divertiti.
Erano vent'anni che non riflettevo sul fatto che posso anche meritarmi qualcosa, oltre che tentare di dimostrare sempre che valgo abbastanza, che posso farcela e che magari la sufficienza la prendo. (solo che è opinione diffusa che quando dici mi merito qualcosa perchè valgo qualcosa sembra sempre che vuoi dire valgo piu di te, che follia!!)
Poi il Caso, sempre quello là di cui vi parlo spesso, quello che fa accadere cose intorno a me che posso anche non cogliere se voglio, ma che mi si para davanti ingenuo e senza colpa mi ha portato stamattina a leggere questo articolo de Il pasto nudo e mi trovo a sentir parlare di me anche se non voglio.
Formulare la frase che mi riappacifica con il mondo: Non voglio desiderare cose che insultino la povertà, perché anche potendomelo permettere non riesco a non vederle con gli occhi di chi non può avere il necessario per vivere.
Due parole sul lusso: ho notato una cosa strana. Quando sali sali sali e arrivi al top del lusso, nelle suite imperiali e nelle ville padronali l'arredamento si fa più minimal, dagli ambienti scompaiono quadri, dall'aria scompaiono i rumori, come se fosse più rarefatta. Niente animazione, niente attività, niente di niente. Solo stretto riserbo,quiete, come se i veri ricchi avessero bisogno di proteggersi. Magari sono solo vip ossessionati dai fan dietro la siepe o forse, come credo, quando il troppo si fa davvero insistente l'unico modo per sopravvivere è sottrarsi. Poi ognuno lo fa a suo modo.
che bel post e che bel posto!!! ammetto un pò di sana invidia, perchè infatti non concedersi quello che viene offerto? perchè no? te lo meriti! un dubbio sulla povertà: esiste ed è vero, ma dobbiamo anelare alla povertà, in quanto esistono molti poveri o dobbiamo anelare a far si che non ci siano più poveri? Certo che il lusso sfrenato a volte, ma non sempre, sembra accostarsi ad arroganza e apparente superiorità, ma anche non concedersi quello che la vita ci ha "regalato"(ci siamo guadagnato, ci è stato offerto ecc) è una forma di offesa, se vogliamo così chiamarla. Perchè quei poveri se viene offerto loro un letto pulito e caldo, un piatto sano e nutriente, cosa fanno lo rifiutano?
Secondo me in ogni cosa ce'è la via di mezzo, non bisogna vergognarsi del proprio agio , se questo non è diventato il nostro Dio, anzi può essere messo a disposizione per sostenere in molti e svariati modi chi ha meno.
Brava sabrina ad avere accettato e stupendo marito che ti sostiene con spavalderia, se hai questo è perchè te lo meriti!!!!!
un abbraccio
Grazie! http://heidisimpleliving.blogspot.it/2012/07/perche-e-meglio-vivere-semplicemente.html