Il momento della giornata che proviamo a semplificare è il pomeriggio. Quando i bambini escono da scuola scatta una certa concitazione perchè bisogna assolutamente fare qualcosa. Far niente non è contemplato.
Tutti parlano di Halloween, ci sono zucche dappertutto, mi sento quasi obbligata a parlarne anche io, anzi quest’anno ho proprio deciso che faccio i ravioli con il ripieno di zucca, cosi mi rendo utile,invece di stare sempre a cercare il significato delle cose.
Pensate davvero che fare vivere semplice sia cosa facile? Dopo /semplice è ovvio/ una riconsiderazione del concetto di semplicità alla luce delle ultime teorie sulla complessità (!)
21 settembre: equinozio di autunno. Un momento speciale nel ciclo delle stagioni che coincide con un momento particolare anche nella vita di noi esseri umani. E’ qualcosa di sottile, da ascoltare e da capire come il rumore in una foglia che cade dall’albero. Se vuoi puoi anche fare finta di niente e non sentirlo.
Il multitasking non esiste, ormai è conclamato. Gli esseri umani non possono fare (bene) più di una cosa alla volta. Lavorare o vivere in multitasking è solo un’illusione.
Caldo e silenzio. Finalmente tutto tace. E voglio prolungare questo silenzio il più possibile, e portarlo in fondo alle mie orecchie. Non voglio sentire il chiacchiericcio del fare e del pianificare. Voglio solo godere il momento.
Finalmente ho trovato la spiegazione scientifica del perchè mi preoccupo delle opinioni degli altri. Era una cosa che cercavo da anni. Non dovete guardarvi tutti i 50 minuti di video, bastano i primi 5.
Cosa differenzia un bambino “mai contento”, che chiede sempre, che vuole tutto, che usa il capriccio come metodo di comunicazione da un bambino che questo non lo fa? L’educazione che riceve e il clima in cui vive
CALL FOR ACTION: Lento, semplice, di qualità: ecco lo stile di vita a cui aspiriamo. E vorremmo condividerlo con tutti coloro che hanno voglia di sapere che, quando corrono, lo fanno per scelta non per obbligo. Camminate con noi? Appuntamento lunedi 26 marzo ore 17 a Villa Pamphili.
Adesso che è finito il carnevale cosa facciamo”? Mettiamo gli eccessi e ci prepariamo per l’arrivo del coniglietto di Pasqua, che porterà insieme alla primavera anche una vagonata di uova di cioccolato.
Certi giorni si è più forti di altri e allora si ha il coraggio di dire: “si, faccio del mio meglio”. Altri si naufraga semplicemente nel “non faccio abbastanza”. Ma lo vedi che è la stessa cosa? E’ solo la faccia opposta della stessa medaglia. Se solo potessimo vedere sempre il bicchiere mezzo pieno!!
Mi prendo una pausa influenza e intanto mi studio un po’ l’uomo sapiens. Va bene? Intanto la mamma mi imbottisce di stregonerie, tra cui uno sciroppo fatto da lei, cipolle a mollo nel miele, che è dolcissimo e la tosse me la fa passare davvero.
Cosa sono i preparativi per un evento? Perchè ci si deve preparare a qualcosa? Ormai non ci si prepara più neanche per andare al proprio matrimonio, figurarsi se mi devo preparare al Natale… Il dizionario etimologico dice “preparare”: disporre una cosa all’uso per cui è destinata.
E noi a che uso siamo destinati?
Voglio essere albero: silenzioso, fermo su radici ma sempre in movimento, capace di aspettare, fiducioso in una nuova stagione, pronto ad accogliere sole come tempesta. Solido.