Esiste una sterminata letteratura di saggistica sui temi dell’educazione e della genitorialità (mamma mia che parola scomoda, parenting è foneticamente più simpatica) moltissimi sono ovvi e perditempo, altri sono illuminanti. Sfortunatamente i più acuti, quelli argomentati meglio e con punti di vista decisamente spregiudicati sono in inglese.
Quando un argomento mi interessa non mi stanco mai di leggere ed eccomi qui a parlarvi di un libro (consigliatomi da Soulemama e gentilmente prestatomi da Sol) il cui solo titolo mi ha procurato un certo friccichìo al cuore: Above all, be kind (che più o meno vuol dire: Nonostante tutto sii gentile).
Quale altro titolo più appropriato per parlare di questa sfida della volontà che è crescere i propri figli senza perdere la pazienza… mai (o meglio perdendo la pazienza senza perdere tutto il resto: rispetto, attenzione, cura, dedizione, amorevolezza e soprattutto la volontà di essere uomini o donne degni di essere imitati).
Più d’una volta mi è capitato di sbottare in urla e scenate sia con i miei bambini che con i miei genitori per esempio, ma solo di recente, negli ultimi anni direi, ho cominciato a provare una certa vergogna subito dopo, come se si fosse risvegliato in me un pudore e una reverenza per la mia umanità in quel momento corrotta dall’impeto della rabbia….
A proposito di rabbia ricordo che la mia professoressa di italiano alle medie diceva: “non fatemi inquietare” (e un giorno ci spiegò che un essere umano può essere turbato, agitato ma mai arrabbiato. Un essere umano non è un cane affetto da rabbia e si spera che mai lo diventi!!)
Insomma questo libro parla di questioni che tutti conosciamo ma è prezioso per la sua capacità di puntualizzare e chiarire termini che ci sono familiari ma che spesso archiviamo nella lista delle qualità cadute in disuso.
Esse sono la disponibilità, la compassione, l’onestà, la generosità, il coraggio, la perseveranza, la saggezza, l’integrità morale, la solidarietà: qualità universali che ci contraddistinguono da ogni essere vivente presente sulla terra.
Non importa se siamo africani o neozelandesi, poveri o ricchi, di destra o di sinistra.
Se osserviamo da vicino il mondo in cui viviamo abbiamo davanti agli occhi una umanità sempre più lontana da queste qualità, persone che vivono con i ritmi di macchine impazzite, adulti capricciosi e rissosi concentrati sulla conservazione dei propri privilegi.
Ci troviamo spesso circondati da persone che si relazionano con aggressività senza neanche considerare per un momento le ragioni e i bisogni degli altri.
Altri sono depressi, cinici, apatici, altri sono iperattivi, prolissi, sulla difensiva, in generale ci sono pochi scambi di sorrisi o di gesti di solidarietà nella vita quotidiana.
Incontrare una persona equilibrata che manifesta attenzione, curiosità ed è ben disposta nei confronti del mondo è quasi una rarità.
E se al contrario tu scappa dalle labbra un sorriso in più ad un estraneo quello ti guarda perplesso, ti fa sentire fuori luogo.
Ho notato poi che effetto fa sdrammatizzare con qualcuno che sta tentando di litigare con te. E’ un atto che viene scambiato per pura provocazione!!
I bambini che crescono oggi in questa società non hanno modo di allenarsi ad usare le qualità che li contraddistinguono in quanto esseri umani, perchè intorno a sè hanno ben pochi esempi da imitare.Infondere fin dai primi anni queste qualità nei bambini sarebbe la cosa più sensata che potremmo fare.
Dare loro la buona abitudine di riconoscere le caratteristiche che fanno di un individuo un essere umano: instillare l’amore per la verità, la capacità di discernere, di trovare in noi la quiete interiore e la gioia di vivere.
I bambini fin da piccoli dovrebbero essere allevati coltivando il rispetto e la considerazione per le persone che gli sono intorno, che nei primi anni di vita si manifesta come un vero e proprio sentimento (infatti nel libro viene chiamato reverence) e che negli anni si trasforma in un’attitudine diventando in età adulta un atto libero di cui andar fieri, una piena assunzione di responsabilità verso se stessi e il mondo.
Non si tratta di insegnare sterilmente le buone maniere, non è una questione di atteggiamenti si tratta di allenarci a ritornare ad essere persone vere piene di vita.
Infine una puntualizzazione sul termine kindess (gentilezza)
Kindess non è sinonimo di nice (“essere carini”)
Essere gentili non significa infatti non essere severi o rigorosi o diretti nell’esprimere le proprie idee.
Parliamo di un’attitudine molto più ambiziosa e raffinata: guardare ad ogni situazione nel modo più ampio e profondo e valutare (nel senso di stimare) tutte le sfumature di ogni possibilità, dalla migliore alla peggiore.
Non fossilizzarsi su preconcetti e opinioni precedentemente acquisite, ma dare la possibiltà ad ognuno di manifestare il meglio che può, fino a prova contraria. La gentilezza è una qualità potente, che puo’ veicolare contenuti anche importanti, che puo’ cambiare il mondo. La gentilezza è un’attitudine che che si può esercitare consapevolmente fino ad apprenderla e a farla diventare propria.
Non è importante possederla come talento naturale è importante riconoscerla come dote imprescindibile ed imparare a praticarla.
Ciao,
mi spiace di non conoscere bene l’inglese come te per potermi procurare una copia di questo libro.
Mi affido quindi al tuo commento, sono d’accordo, urlare il faccia ai bimbi non è il miglior atteggiamento .
Non solo, si spaventano eccessivamente esasperando poi il loro comportamento.
Ad esempio se piangevano già, si mettono anche ad urlare.
Ma io ho notato che imitano anche questo aggresività colpendo il fratellino o dandosi i morsi o rispondendo con “stizza”quando vengono disturbati.In effetti ora che ci penso, nonostante la mia buona intenzione a propormi nel modo più “kindness” possibile,a volte sono proprio loro che si divincolano da questo,magari per finire nel classico litigio fra fratellini, come sopra, morsi e frasi velenose…
Il mio modo per mantenere da parte mia la calma, è lasciarli sfogare, mitigando i morsi , naturale, penso che in qualche modo abbiano bisogno di manifestare i loro disagi.
vedo di mettere subito il libro sulla mia wish list, grazie!