Ho letto un libro fantastico, geniale, che spiega nei dettagli scientifici perchè i nostri figli che usano schermi, tablet e touchscreen già da piccoli a scuola e a casa saranno degli adulti più stupidi di noi. O almeno avranno smesso di usare il cervello come lo usiamo noi (che non vuol dire la stessa cosa, lo so!)
I casi sono due: possiamo fidarci di ciò che non capiamo oppure capire perchè ci stiamo fidando troppo del futuro. Io opto per la seconda.
Demenza digitale è un libro autorevole e complesso ecco perchè sto preparando una serie di articoli che raccontano dall’inizio tutta la storia del come è cambiato il nostro modo di usare il cervello e quali sono gli effetti che gli esperti stanno osservando. Abbiate un po’ di pazienza, vi darò tutti i dettagli e forse questa volta riesco a far riflettere anche i più scettici.
Manfred Spitzer dirige la clinica psichiatrica di Ulm in Germania. Negli ultimi anni di ricerche e riscontri sui pazienti il dottore ha cominciato a notare un aumento vertiginoso dei disturbi della memoria, dell’attenzione e della concentrazione, un appiattimento emotivo e una generale ottusità. E non parliamo di pazienti anziani ma di persone di tutte le età.
Tale quadro clinico è stato definito demenza.
Spitzer, studiando i cambiamenti celebrali connessi con la decadenza riscontrata, ha cominciato a chiedersi: perchè il declino di massa avviene proprio in questo periodo storico? C’è forse qualche relazione con l’uso massiccio dei media digitali?
Non è forse cambiato il modo in cui ogni giorno impariamo nuove cose, ci teniamo informati e comunichiamo tra di noi?
L’esempio dei taxisti inglesi
Il nostro cervello è un organo che non può fare a meno di imparare e che si modifica in modo permanente attraverso l’uso. Dal punto di vista evolutivo quindi utilizzare sempre più dei mezzi che esonerano il cervello dal memorizzare, riflettere e persino pensare non può che essere deleterio per il rendimento mentale.
Se usiamo il cervello quello cresce, fiorisce e si sviluppa sempre di più altrimenti accade il contrario. Facciamo un esempio: pensate che dotare i taxi tedeschi del segnale satellitare abbia contribuito a rendere più efficace il servizio, ridurre gli incidenti e gli ingorghi? No. La presenza del navigatore ha ulteriormente ridotto la capacità di orientarsi peggiorando la situazione. Vediamo perchè.
L’orientamento è una capacità preposta ad un’area particolare del cervello: l’ippocampo. Esso infatti deve costantemente collegare cose tra loro eventi, esperienze e contenuti della memoria a lungo termine: esattamente quel genere di attività che devono svolgere costantemente i taxisti che per passare l’esame abilitante alla professione devono dimostrare di conoscere le 25mila vie della città (Londra) senza utilizzare alcun supporto digitale. Essi secondo un recente studio sono risultati la categoria di lavoratori con un ippocampo più sviluppato della norma. Sarà forse un caso?
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Attendo il seguito. Grazie!
Interessante, lo condividerò facendolo leggere questo articolo a mia figlia per motivare ancor di più la nostra scelta ad un uso molto moderato di tablet , giochini e tv. E poi magari leggerò anche il libro grazie del suggerimento