6 anni quasi 7

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Siamo quasi a metà anno scolastico e osservo con sempre maggior attenzione come Lorenzo Pedro si relazione a questo nuovo impegno. Due giorni a settimana torna a casa tutto contento annunciando di avere dei compiti da fare, ma subito dopo si dimentica e devo essere io a ricordargli di farli. Insomma è entrato ufficialmente nel mondo della scuola ma vive ancora nel presente (caratteristica dei più piccoli) e non conosce ancora il concetto di pianificazione.

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A scuola mi hanno spiegato che imparare a contare in una lingua diversa dalla tua può essere abbastanza stressante per la mente di un bambino (molto più che imparare a scrivere o a leggere). Perchè contare è qualcosa che si fa nella propria lingua madre, è un’attività molto più che simbolica, investe veramente le viscere. Avete mai provato a dire il vostro numero di telefono in un’altra lingua. Che strano, conoscete benissimo quel numero ma se si tratta di dirlo in altro modo si attiva un meccanismo strano. Non lo sapete più. Allora viene spontaneo scriverlo su un foglio e leggerlo, così funziona.

Alla scuola steiner imparano a contare con dei panieri di noci. C’e’ un grande farfugliare in classe, tutti si scambiano noci come in un mercato, e circolano sacchettini rossi e sacchetti blu un po’ piu grandi. Di seta.
Il sacchetto rosso rappresenta la decina, quando hai dieci noci le conservi li, le chiudi con un nastrino e le metti da parte.
Se riesci a riempire il sacchetto blu con 10 sacchi rossi, beh, allora hai fatto un bel bottino, sei arrrivato alla centinaia.
Cosi fanno. Ma poi – spiegava il maestro Monsier Thebault – arriva un topolino nella notte, e ruba due sacchettini rossi, e qualche altra noce dal terzo sacchettino. E quanti ne restano? Ma poi si scopre che i topolini erano due, che non si erano spartiti il bottino a metà perchè il primo, arrivando prima aveva preso la maggior parte delle noci, infatti il secondo era riuscito a prendere solo un sacchetto rosso e 4 noci dall’altro sacchetto…. insomma…

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Provo gratitudine per questo maestro che ha voglia di spiegarci come fa, e perchè fa cosi e non colà, e come attraverso le immagini si puo’ veicolare anche il calcolo,  e perchè le decine sono rosse e le centinaia blu, insomma il perchè delle cose.

Forse a molti genitori non importa il come, vanno dritti verso il cosa. Io apprezzo tanto questo genere di cose, amo la forma, sgrano gli occhi quando intendo qualcosa che mi è nuovo e che mi sa di veramente sensato.

Intanto lui ha perso il suo terzo dentino, e con i soldi che ha portato il topolino sotto il cuscino ha voluto comprarsi le gomme. E’ andato al supermercato da solo e ha comprato due pacchetti. Uno per se e uno per il fratello. Poi e’ tornato a casa e mi ha detto: “mamma, la signora del supermercato li ha accettati i miei soldi. Allora erano veri“.
Amo il suo senso di giustizia e la sua generosità, non ci ha messo neanche un attimo a capire che anche se suo fratello non era ancora pronto per perdere i denti avrebbe desiderato anche lui avere un pacchetto di gomme.

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Originariamente scritto il 27 gennaio 2009

5 Commenti per questo post

  1. estrellazul ha scritto:

    ma l’astuccio é quello che mi hai fatto vedere a Roma? che bello leggere della vostra quotidianitá e di come i bambini imparano a contare alla steiner, anch’io penso che il come é tanto importante perché é quello che ti rimane, é tutto ció che ti ricordi quando hai dimenticato il cosa

  2. MamaShift ha scritto:

    E un sacco di tempo che non vengo piu qui.

    Volevo dire che a mia figlia, di quasi 9 anni, e ancora difficile dire l\’ora, il giorno, o il mese in inglese — e lei parla inglese fin dalla nascita!

    Devo scappare!

  3. MamaShift ha scritto:

    Dovevo dire che mia figlia si sente piu a suo agio a contare e dire i giorni in francese.

  4. chiara ha scritto:

    Sai Sabrina, devo iscrivere la mia bambina alla prima e fra pochi giorni scade il tempo previsto per farlo.
    Ancora non sappiamo dove, perchè qua in questa città sembra diventato tutto più difficile e le scuole sono un disastro..
    E per me che vivo in un mondo di utopie, l’approccio con la realtà diventa sempre più duro…

  5. marta ha scritto:

    ciao, sono capitata qui per caso e mi sto spulciando tutto il sito 😀
    che meraviglia, siete davvero un\\\’ispirazione per me 🙂 per ora non ho una famiglia mia, ma, quando succederà, vorrei che fosse simile alla vostra.
    e, come ex allieva storica di scuola steiner, non posso che condividere quello che scrivi in merito e sentirmi fortunata per il \\"vantaggio\\" che ho avuto 🙂
    buona giornata!

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