Questo lungo articolo pensato durante il lockdown per una rivista specializzata dedicata ad internet e media mai uscito, viene qui pubblicato a puntate. In calce i link alle altre puntate
QUINTA PUNTATA
Avere a disposizione un mezzo che intacchi pesantemente la privacy in tempo reale ha un forte impatto nella costruzione della relazione di fiducia basata sul non visto e sulla presunta sincerità non verificabile dell’adulto e dell’adolescente. Non credo che gli strumenti che la tecnologia mobile mette a disposizione delle famiglie collabori alla costruzione di relazioni più autentiche di prima, anzi sospetto fortemente del contrario.
Il ragazzo, alla faccia di ogni privacy, viene dotato di una sorta di scatola nera testimone pressochè di ogni suo scambio comunicativo, consultabile dai genitori che possono esaminare qualità e quantità dei contenuti veicolati, degli spostamenti fatti, ecc..
Fuggire da se stessi per trovare un po’ di privacy
Tale possibilità obbliga l’utente ad smaliziarsi, a rendersi sempre meno ingenuo e a valutare continuamente se questo o quel messaggio debba essere opportunamente cancellato, quasi a vivere in costante clandestinità perché il mezzo di cui si è dotati può diventare una spada di Damocle messa in mano al controllore.
L’unica soluzione è rendersi irreperibili. Ma chi devi nostri figli ha il coraggio di farlo? Ben pochi.
LE PUNTATE PRECEDENTI
Prima puntata: Che ruolo gioca internet nella relazione tra adulti e bambini?
Seconda puntata: Relazione digitale o in carne ed ossa: che differenza fa?
Terza Puntata: Come sono cambiate le condizioni d’uso dei device mobili
Quarta puntata: Com’è cambiata la relazione genitori-figli, quando questa è mediata
Quinta puntata: Com’è cambiata la percezione della privacy
Sesta puntata: Com’è cambiata l’attenzione, la nostra principale risorsa
Settima puntata: Com’è cambiata la relazione a scuola
Ottava puntata: Le potenzialità della relazione in carne ed ossa