Lo so, molte di voi si aspettano l’articolo “grandi-grandissimi-cambi-di-rotta, ragionamenti-davvero-drastici-quasi spaventevoli-su-bambini/pedadogia-e-temi educativi”.
Ve l’avevo annunciato, ora non posso sottrarmi.
Ma mentre continuo ad ammirare la sensibilità e il tatto con cui Amanda propone i suoi argomenti (avete visto il keep drawing di ieri? vi prego leggetelo è stupendo) mi dico che forse mi sono un po’ involgarita, e ultimamente sto dando sempre meno spazio a vivere semplice. Il fatto è che adesso che vivo davvero semplice non mi serve più tanto stare ad elucubrare su come fare per vivere semplice….
Quando fai la mamma full time e prendi i tuoi figli da scuola alle 2 (quando c’e’ il doposcuola) altrimenti a mezzogiorno per forza vivi semplice: ti devi inventare mille attività con i bambini per passare la giornata, e devono essere gratis, facili da fare in una parola semplici.
A dir la verità non ho scoop da darvi, non ho cambiato idea. Penso sempre che i bambini abbiano bisogno di questo: natura, tanta natura, spazio, tanto spazio, e una scuola che porti loro incontro un mondo giusto e buono, da imitare, di cui essere fieri.
Ma oggi ho voglia di fare i conti anche con la realtà che è cementificata, poco spaziosa e che a volte ci propone un mondo poco giusto, non molto buono, diciamo non proprio da imitare e soprattutto di cui non esser cosi fieri.
Da questo nasce il bisogno di proteggere i nostri figli.
Questo primo scorcio d’anno passato a Ginevra mi ha dato una prospettiva nuova: il buono e il giusto non stanno da una sola parte. Il bello neanche. Per quanto riguarda il degno da imitare non scarichiamo barile sui maestri, quello è compito nostro.
Perchè qui a Ginevra la giustizia è il primo dei valori (e chi sbaglia paga), lo stile e la bellezza trionfano (ci sono case bellissime, giardini curatissimi, vasi di rosmarino biologico alle finestre…), il mondo è decisamente più degno di essere imitato ma manca moltissimo.
Mancano le differenze, manca l’improvvisazione, il vociare delle mamme davanti a scuola, l’approssimazione, l’errore, manca la vitalità, il calore, l’imprevisto, il “per sentito dire”, manca umanità.
Allora ho scoperto che non c’e’ da aver paura di una pedagogia più imperfetta ma più NORMALE, più umana. C’e’ solo da sorvegliare, in coscienza, e tappare i buchi di una società come quella italiana dove i buchi sono forse voragini. Ma non c’è da condannare, c’e’ solo da migliorarla, la pubblica educazione. Un passo per volta, a partire dalla scuoletta sotto casa, dalla maestra che forse è anche la tua vicina di casa.
Per questo sto rivalutando la scuola pubblica, come esercizio di crescita e comincio a capire meglio chi la difende anche difronte a molte evidenze.
Siamo fortunati noi italiani: abbiamo cuore. Ci manca lo stile, è vero, le nostre scuole pubbliche sono caserme, i nostri parchi giochi sono terre di nessuno, desolate e polverose, spesso con i giochi rotti e le cartacce per terra. C’è tanto da fare, per questo torniamo. Nonostante tutto.
oddioooooo ho capito bene? tornateeeee!!!!!spero verrai ai nostri incontri… quelli delle mamme del cohousing!!! abbiamo tante idee e tu ci saresti veramente di grande grande aiutoooooo!!!!!che bellooooooo!!!!!
Spesso mi sono trovata a leggere il tuo blog o quello di claudia dove lasciate molto spazio alla semplicità, al ritorno alle origini, ad un’educazione steineriana. Ho apprezzato diverse cose scritte, trattate, discusse. ho preso spunti e fatto riflessioni sul mio modo di educare mia figlia e vivere la mia vita.Ed è stato bello. Spesso però non è facile far quadrare la tua vita di sempre con una vita ideale o con un mondo che vorresti dove tutto funziona, tutto fila liscio. Gli intoppi ci sono ed io lavoratrice e mamma a tempo pieno mi devo scontrare come dici tu con l’approsimazione e i buchi della società. dove ho iscritto mia figlia che andrà alla materna a settembre? ad una scuola pubblica!perchè credo che anche la realtà sia un bel bagaglio di esperienza. poi ho comprato un libro sull’educazione steineriana e imparerò a tappare i buchi con i metodi conosciuti anche grazie a te.
Carisssima… provo un senso di sollievo… cerco di spiegarmi. Leggere il tuo blog stava diventando sempre più difficile in quanto mi sentivo ogni volta più lontana dal tuo modo di pensare e anche un tantino seccata per non vivere come vorrei, scendendo a tanti compromessi… ma leggendo le tue parole forse non siamo così distanti. Per esempio: mia figlia è iscritta a una scuola cattolica, anche se non ero proprio convintissima… ma poi succede che partecipi alle attività della scuola, instauri un rapporto diretto con l’insegnante, impari quanto sia difficile mettersi in gioco e improvvisamente ti ritrovi ad amare quel luogo a sentirlo familiare, tua figlia ti chiede se può fermarsi per la merenda… vedi che sta bene… questo è il mio modo di essere semplice… magari un po’ poco spregiudicata. Sì, forse è un po’ di stile che mi manca! Saluti
grazie! grazie di queste parole dolci, semplici, vicine all’umanità di tante mamme. Grazie per tutti gli spunti preziosi che ho potuto trarre dal tuo e da altri blog amici. Ma grazie perchè finalmente ti sento vicina al mondo “vero” e “reale” di quelle mamme che lottano quotidianamente per E-DUCARE i propri figli INSIEME alle maestre di scuola pubblica, in mezzo a mamme che la pensano diversamente e vivono diversissimamente.
Si cara, la vera sfida è questa: è “allevare tuo figlio felice e farne un adulto maturo” (F.Dolto) qui, nella mia città, in queste vie, in questa scuola, in questo mondo!
fede
Mi trovo d’accordo con te – quasi del tutto. Io, se fosse possibile, iscriverei i miei figli in una scuola steineriana. La vita vera che dici tu avranno tempo ad imparare anche dopo. Ma l’altro giorno una mia amica, che fa l’insegnante nella scuola pubblica mi disse: ‘Non è un bene crescere i figli sotto una campana di vetro. Devono conoscere anche la spazzatura (in senso largo) perchè se non la conoscono non impareranno a riconoscerla e a scansarla.’ Da un pò che ci rifletto e credo che abbia proprio ragione.
Anche io la penso così. A volte allontanarsi dalla realtà è più semplice che cambiarla, meno faticoso che inventarla accettandone gli imprevisti. I nostri figli sono più forti di quanto possiamo immaginare, e se sono loro che dovranno costruire il mondo domani …. dovranno pur conoscerlo tutto!
sono un pò perplessa sulla scelta del “luogo giusto” dove crescere i propri figli. Sono una campagnola urbana che ha sempre vissuto in prima linea anche da bambina. Alla nascita di Leonardo ho pensato molto e alla fine ho deciso di scegliere le persone e non i luoghi. Cambiare paese non serve, tutti gli amici che ho lontani vivono vite logisticamente perfette, hanno incontrato persone meravigliose, ma soffrono di nostalgia cronica, sono sempre combattuti per tornare. Le radici sono forti,legami con la terra che non si rompono. Io ho comunque molti dubbi sull’Italia anche se lotto costantemente per tirare fuori il buono che sotto sotto non manca.Ma molto sotto….
Sabrina,
forse perché non ti conosco, ma io non ho capito del tutto il nesso tra il tornare in Italia e la scuola pubblica. O meglio non ho capito se avete deciso quando sarete qua di non mandarli più alla scuola Steiner. C’è un collegamento?
Grazie, ciao
Federica
Continuo!
Vedo il collegamento sulla semplicità. Le scuole Waldorf sono poche, costose quindi anche solo logisticamente sono il contrario della semplicità. Io stessa mi sto vivendo la contraddizione si farmi 50 km fra andata e ritorno per portare mia figlia all’asilo, in macchina che detesto…
Per ora accetto questa contraddizione perché davvero sento che il posto giusto che volevo per lei ALLA SUA ETA’ (età scuola materna) è l’asilo Waldorf oppure a casa con me(ma avevo voglia di fare qualcosina di lavoro da qui la scelta di quest’anno) . Dopo i 6 anni vedremo, magari andrà finalmente nella scuola dietro casa raggiungibile a piedi!
Ciao
Federica
P.S. E’ proprio vero che nessuna decisione è così buona da non poter essere cambiata!
Si capiva. Vedi, io ti leggo poco e sempre un po’per caso, ma confesso che le prime volte mi dava quasi fastidio l’assertività con cui sostenevi le tue scelte. Come se solo quello che fate voi sia semplice e spregiudicato.
Mi rendo conto che è un ragionamento sbagliato, ma insomma, samo umani, con me funziona così.
Un po’ alla volta, forse come dici tu perché quando si vive hai meno tempo per teorizzare o difendere le tue teorie, ho notato che ne parlavi diversamente, in un modo che non mi respingeva più, anche se nn sempre sono d’accordo, ma lo sono sui principi fondamentali.
Penso che comunque andrà a finire, avete avuto comunque il coraggio di fare una scelta che vi ha arricchito molto. e spero che questa scelta vi ripaghi, perché alla fine più cose vedi ed esperisci, più sai cosa vuoi davvero. E prima o poi riesci comunque a trasmetterlo agli altri, ma soprattutto a goderne tu in prima persona.
E auguroni per il “limone”.