Prendere la nave è stata sicuramente un’ottima idea: ci siamo imbarcati a Civitavecchia e siamo praticamente svenuti sul molo, carichi di stress per questo inizio estate all’insegna del sensazionalismo.Non avremmo potuto guidare se non fino a Santa Marinella. Invece dopo una silenziosa traversata siamo arrivati al porto di Barcellona e sbagliando subito strada (avevamo in dotazione una mappa troppo vecchia) ci siamo diretti verso un campeggio naturista vicino Tarragona.
Ci tengo a sottolineare che siamo una famiglia di naturisti. Perchè? Semplice: i campeggi naturisti sono posti bellissimi, dove la natura viene rispettata e valorizzata, di solito ci sono persone civili, che non strillano, che non si portano la tv in tenda e mancano quasi completamente i baby-intrattenimenti e le discoteche. Ecco perchè. E poi odiamo il costume bagnato, perchè voi no? Lasciate perdere tutte le stupidaggini che sentite dire a proposito di depravazione e voyerismo della nudità, il naturismo è una sanissima e igienissima abitudine estiva. E anche i bambini l’apprezzano!!
Oltre a stare nudi e fare il bagno abbiamo passato un paio di giorni a Barcellona, su e giu (loro) con i monopattini per il barrio gotico, cercando inutilmente di spendere dei soldi (senza riuscirci). Ormai siamo completamente usciti dalla dinamica del compro=sono felice, quindi ci aggiriamo tra le vetrine di saldi al 70% pensando che non c’e’ veramente nulla di cui abbiamo veramente bisogno. A parte queste due canottierine verdi, irresistibili!!!
Abbiamo speso tutti i nostri soldi in bar, baretti, cervecite, aperitivi e bivite (come le chiama Zeno): quest’anno per la prima volta abbiamo dato il permesso ai bambini di bere aranciata con bolle, e loro sono andati in delirio….
Ad un certo punto abbiamo conosciuto una signora che aveva mille anni e stava seduta di fronte a questo negozio con una seggiolina da campeggio: ci siamo fermati a chiacchierare con lei e ci ha raccontato che molti anni fa qui lei vendeva il latte che producevano le sue mucche che teneva nel negozio accanto, che allora era una stalla. I bambini avranno pensato che la signora era un po’ matta, perchè l’hanno guardata per un momento e poi hanno riacchiappato i loro monopattini e sono ripartiti come fulmini. In effetti a Barcellona abbiamo parlato solo di persone un po’ matte. Di un certo Antonì Gaudi che ha costruito una chiesa tutta matta (la sagrada familia), e un parco tutto matto (il parque gueill), e di una serie di matti che compaiono la sera sulla Rambla per esibirsi in furbescherie… i bambini erano contenti che i matti fossero cosi apprezzati in questa città.
Per il resto le giornate si sono svolte in spiaggia, tra bagni d’aria e di sole e qualche pensiero trasversale rivolto a Ginevra, patria del caro Rousseau di cui ho letto “Le confessioni” per cominciare ad immergermi nello spirito del luogo che presto ci adotterà. Da Jean Jacques ho imparato una cosa: occorre essere ambiziosi, prendersi gioco in modo bonario del proprio destino, non sottostare ad alcuna imposizione apparentemente dettata da esso, guardare in là molto in là, fin dai primi anni di vita. Confessarsi, per cosi dire, ovvero ammettere, arrendersi, non rimanere attaccati ai propri passi falsi…. essere flessibili, direbbe il più moderno Bahuman… Rousseau ci era arrivato molto prima. Ho goduto di una buona compagnia, e al più presto conto di leggere L’Emilio e di farmi un sacco di risate.
E infine vi parlo dei miei tesori: Zeno il bello, dal fascino vintage, ginevrino ancor prima di diventarlo, un mylord astuto e puntiglioso, raffinato e perseverante, un uomo d’altri tempi direi. E LorenzoPedro il forte, un ragazzone fatto ormai, serio quando serve, a tratti immerso in progetti, castelli di sabbia e piste per palloni, a tratti impegnato nella creazione di un catalogo tutto suo di tuffi ambiziosi. Ha imparato a nuotare quest’anno il ragazzo: da solo senza fare tanta scena, si è messo li con dedizione e piano piano ha cominciato a stare a galla. Un giorno mi ha detto: “mamma, quando metto la testa giù mi va l’acqua nel naso, come faccio?” e io gli ho risposto “non preoccuparti poi ti abitui e non ti da più fastidio“, “ah!” mi ha risposto, e dopo cinque minuti è tornato e mi ha detto: “mamma, mi sono abituato“. Ho pensato che l’importante è solo che facciamo abituare i nostri bambini alle cose giuste.
Poi c’è lui, il mitico, insostituibile, quest’anno un po’ tanto “eterodiretto” (ma comunque sempre verso di me per fortuna), non mi ha mollato un attimo, siamo stati sempre insieme. Insieme sotto l’ombrellone, insieme monta-e-smonta la tenda, insieme le sbronze di sangria, insieme con il nostro macchinone, un po’ troppo grande per i parcheggi di Barcellona, ma decisamente comodo per il nostro nuovo stile di vita, confort-lusso e aria-condizionata.
Ultima tappa: Ala di Stura, amici di turno per il 2008 Francesca e Federico con mister-caragna, Jacopo che quest’anno ha 3 anni e trappolone Cosimo arrivato a 5 anni, fulmine a ciel sereno, forza della natura. 4 giorni di pieno sole, camminate e bagni nature al fiume, dicono che il prossimo numero di “Eco della Valle” sarà dedicato ad un gruppo di romani nudi con bambini che si fanno il bidè nella Stura, saremo mica noi?
Devi farci vedere una foto del macchinone!!!
che bella estate, me la ridevo quando ho letto del campeggio nature pensando che mi direbbe victor, latino doc e in più peruviano: pensa che nella selva tutti si fanno il bagno vestiti!! spero che non vi sfibri troppo il trasloco, se avete bisogno di una mano fammi sapere !!
Cara Sabrina,
io e Antonio abbiamo appena visto le foto delle vostre vacanze.. che belle! Antonio ti vuole dire che anche lui come Lori ha imparato a nuotare ma l’acqua nel naso gli da’ ancora un po’ fastidio per cui se lo tappa con la maschera.
Ti mandiamo anche noi delle foto di noi in Africa cosi’ le fai vedere a Lori e Zeno.
Lori sta bene?
Ciao
Serena e Antonio
L'”Emilio” è molto più leggero delle “confessioni”..io rido ancora adesso!
AH AHA AH!
Ce ne fosse di gente come voi???
Di dove siete?