Ho fatto un giro in una grande libreria per bambini in città e ci sono andata senza figli. Lo sappiamo tutti che quando si va in libreria con i bambini si esce quasi sempre avendo speso male i propri soldi. Perchè i bambini sono i primi a cadere nelle trappole del posizionamento strategico della merce, ad essere ammaliati e indotti all’acquisto dei prodotti che vedono più spesso pubblicizzati e che poco hanno a che vedere con la reale qualità dei prodotti.
Il povero cassiere – quando gli ho chiesto se avevano un libro sulla pazienza – mi ha risposto: abbiamo un libro che si intitola la maestra ha perso la pazienza… ma no, cercavo un libro sulla pazienza come conquista, sull’imparare ad aspettare, a godersi le cose senza fretta…. lui si è messo a ridere: ormai noi vendiamo solo merce… quello è un argomento troppo serio per farci un libro…
La parte della libreria che ho trovato poi più deprimente era quella sullo scolastico e il parascolastico. Perchè i libri che i bambini usano a scuola devono essere esteticamente cosi brutti?
Perchè l’immaginario dei nostri figli deve essere monopolizzato dai cartoni animati e dalla disney? (c’e’ anche altro insomma…)
Allora sono andata a cercarmi un libro che avevo preso anni fa in biblioteca: Le penne del drago edito da Adelphi (collana “I cavoli a merenda”.
Era un libro che mi aveva colpito molto perchè i miei bambini lo avevano sfogliato e riflogliato per giorni, e avevano voluto che glielo leggessi e rileggessi varie volte. La storia era incredibilmente complessa ma semplice allo stesso tempo: evocava tanti sentimenti e stati d’animo diversi in un solo racconto breve (poi avevo scoperto che era dei fratelli Grimm, una delle massime autorità in materia di fiabe), illustrata da Olga Kotikova e il marito Andrej Dugin due illustratori per l’infanzia d’eccezione, dei veri artisti della fiaba (che siano anche stati chiamati per illustrare il libro di Madonna non mi sembra cosi importante ma ve lo dirò perchè sono diventati famosi presso il grande pubblico per questo futile motivo, come al solito)
All’interno di ogni tavola illustrata c’erano diversi piani della narrazione, sfumature di colore, particolari naturalistici e fantastici mescolati ad opera d’arte, costumi d’epoca ricercatissimi, finiture scintillanti, drappi, stemmi, simboli nascosti, fondali e prospettive notevoli, particolari curatissimi, mezzi toni, miniature, un vero e proprio scrigno…
Qui sotto un particolare di una tavola dove e’ contenuta una figura impossibile di Escher.
Insomma, quello che voglio dire è che la complessità, la ricercatezza, l’elaborazione fanno bene ai bambini. I bambini hanno bisogno di una certa complessità che significa il non-appiattimento a standard di superficialità ed eccessiva semplificazione. I bambini hanno bisogno di sfaccettature, di toni su tono, di arte. Non vi dirò che hanno bisogno di libri “orecchio acerbo”, quelli al contrario mi sembrano libri per adulti che vorrebbero instillare il buongusto-che-piace-agli-adulti-intellettuali.
Io parlo d’altro: parlo di storie autenticamente pensate per nutrire l’immaginario bambino, quello che ha bisogno di attingere alla saggezza popolare, quello che evoca tutta una gamma di sentimenti umani autentici e archetipici che il bambino non conosce coscientemente ma sperimenta nel suo intimo. (il post di perfectio conversation lo spieg meglio di me: fiabe classiche e altra letteratura per l’infanzia)
Perchè la panini invece di fare questo per i bambini:
e questo per gli adulti:
non prova a fare dei libri belli per tutti?
I bambini non sono degli esseri umani più semplici, più stupidi o meno esigenti. I bambini sono molto più intelligenti di noi e hanno molto più buon gusto di noi, se solo gliene diamo la possibilità.
Non ho nulla contro la pimpa o giulio coniglio, mi sembrano semplicemente un’eccessiva semplificazione, come se i bambini avessero bisogno di un immaginario semplice, a tinte piatte e bidimensionale, per poter comprendere. Ma basterebbe un po’ di cultura dell’infanzia per sapere che non è cosi.
Anche il famoso psicanalista Bettelheim (che non era certo un fan di Steiner), ne Il mondo incantato dice:
Le fiabe possono essere paragonate ai sogni. Ma mentre i sogni sono sempre idiosincratici, sono l’espressione più personale dell’inconscio, la fiaba è la forma immaginaria che problemi umani più o meno universali hanno assunto col tramandarsi di una storia attraverso le generazioni.
Per questo i bambini ne hanno bisogno. E non solo di favole, ma il più possibile di fiabe (a proposito leggi questo vecchio articolo che scrissi anni fa sull’onda di un’intuizione Perchè i bambini vanno pazzi per i gormiti)
Ti ringrazio per il link a un mio post di qualche tempo fa.
Non solo concordo con te su tutta la linea, ma ti svelo che uno dei miei progetti segreti è quello di pubblicare libri per bambini e ragazzi (magari trovando una casa editrice che ospiti una mia collana). Avrei idee ben precise in proposito (e anche testi da tradurre già sul comodino). Il primissimo principio di selezione sarebbe la frase di Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”.
P.S. Non so quante volte abbiamo letto “Le penne del drago” e ogni volta finiamo col parlare anche delle illustrazioni…
Bellissimo post sabrina. Anche io sono fermamente convinta che sia fondamentale educare i bambini alla bellezza, dar loro gli strumenti per cercarla poi in tutti gli aspetti della vita. I picture book, quelli degni del nome, hanno di certo una marcia in più per aiutare a formare questa consapevolezza. Grazie per il consiglio del libro, lo cercherò.
Sabrina, scusa , ma con tutto l’affetto che ho per te, a questo post devo farti un appunto.
Sono d’accordo con te sul proporre ai bambini libri di qualità magari illustrati con senso artistico quanto basta per insegnargli un minimo di buon gusto.
Però, non puoi dire che Giulio Coniglio, come qualsiasi altro prodotto di Nicoletta Costa sia banale.
Dovresti conoscere la storia di questa illustratrice prima di poter giudicare il suo lavoro e il suo stile.
Ad esempio ha vinto ,ancora bambina un concorso di disegno ed è stata premiata da Carrà.
Non credo sia una cosa comune.
Io trovo che quello che tu indichi come semplificativo serva invece nella prima infanzia ad apprendere,a noi adulti appaiono noiosi e banali molte cose che invece hanno un’estrema difficoltà e grande importanza nei piccoli.
Lo dici spesso anche tu!
I libri di parascolastica e scolastica sono tristi e assoggettati a leggi di mercato che non facciamo noi, noi che ci lavoriamo, ad esempio…
Non offendere o sottovalutare il lavoro di molti illustratori e grafici e redattori che per ottenere un libro lavorano infaticabilmente per mesi.
Io non l’ho mai fatto per gli altrui impieghi e spero di non sentire qui offese per la mia categoria.
Chiara, grazie per questo commento che non avevo visto e a cui rispondo solo ora. Hai ragione! A volte sono un po’ superficiale e ho bisogno di persone come te che me lo facciano notare. grazie davvero!
grazie per la riflessione! mi permetto un suggerimento di lettura… “Fiabe e colori” EDILIBRI fiabe dei fratelli Grimm illustrati con disegni dai colori meravigliosi … Buona Lettura!