Quante paia di scarpe hanno i vostri figli? Sinceramente: fermatevi un attimo a contarle. Quelle per andare a scuola, quelle da ginnastica, quelle per andare in campagna, quelle pesanti, quelle leggere e gli stivaletti. Come minimo.
Beh, vi dico una cosa: se sei una persona normale (e di scarpe nei hai solo due o tre paia) oggi vieni considerato un pezzente. Cerchiamo di non comprare cose inutili e facciamo una fatica tremenda perchè pare che tutto sia necessario. Non parliamo poi del comprare cose di seconda mano, i pregiudizi sono ancora altissimi. Il motivo è che vuoi risparmiare, confessa!!
Se non hai tantissime cose, mille giacche, mille impegni e mille cose da buttar via allora non vali proprio niente.
Abbiamo bisogno di sentirci appagati e soddisfatti ma non è detto che tutto debba passare attraverso quello che si possiede, quello che si puo’ comprare. Per fare qualcosa di eccezionale non dobbiamo per forza partire per un viaggio intercontinentale o comprare l’ultimo modello di qualsiasi cosa. Anzi sarebbe bello chiederselo? Cosa potrei fare di davvero eccezionale per rendere la mia vita entusismante.
Se puoi comprarti qualsiasi cosa il problema si fa davvero serio.
Si, se avessi problemi economici potresti rifugiarti dietro l’impossibilità di essere felice, ma dimmi, cosa succederebbe se potessi comprarti davvero tutto? Li i nodi vengono al pettine.
Se ci pensi bene una cosa davvero eccezionale è rinunciare a qualcosa. Ne parlavo l’anno scorso a proposito della nostra personale quaresima e più passano gli anni più sento la necessità di procedere per una strada tutta mia, dare meno spiegazioni, essere più autentica e vivere pienamente le mie scelte.
Abbiamo un disperato bisogno di lasciarci sorprendere dalla vita, di trasformare la vita in qualcosa di più sorprendente, forse basterebbe solo guardare meglio quello che abbiamo già, accorgercene e rinunciarci a qualcosa per qualche giorno solo per sentire cosa si prova a non avere tutto ciò che abbiamo o anche solo una minima parte.
Ciao Sabrina, vi condivido la mia esperienza forzata a dover rinunciare al mio “irrinunciabile” destriero che ognimattina mi accompagnava al lavoro: il mio scooter.
Il mese di febbraio, per Roma, è stato un periodo particolarmente duro dal punto di vista climatico. La città e le strade sono state sommerse d’acqua e la viabilità diventò impossibile. Dunque, per tutelare al mia sicurezza, decisi di lasciare lo scooter in garage ed avventurarmi in città con i mezzi pubblici. Però, per non bagnarmi con la pioggia, ho usato tutte le protezioni usate come scooterista: una bella cerata da pioggia e stivali. Beh, non ero trendy, ma sicuramente provavo un gran gusto ad uscire sotto la pioggia battente e incessante e non bagnarmi nemmeno con una goccia.
Finito il periodo delle piogge, lo scooter è stato portato dal meccanico. E’ ancora in riparazione, in attesa di un pezzo di ricambio che non arriva mai. Beh, alla fine mi sono fatta un abbonamneto mensile per circolare con i mezzi pubblici.
Ed ecco qui la grande scoperta: ho due gambe che mi fanno camminare, posso fare qualche corsetta per prendere un autobus al volo e soprattutto, magicamente, mi sento trasportata. Posso mollare tutta quella tensione che si accumula in un’ora di percorso urbano a dorso dello scooter, per difendersi dalle altre scatole metalliche che sembrano sfiorarti ogni momento. Che sensazione di pace. E poi, stando sui bus, posso ammirare parti della città che prima non vedevo proprio, sebene ci passassi tutti i giorni. Infatti sono passata da una visione a tunnel, solo verso “davanti”, ad una visione circolare, da cui attingo molte più informazioni.
In ogni caso i tempi di percorrenza casa-ufficio si sono allungati e la sveglia mattutina è più anticipata. Appena lo scooter tornerà a casa, proverò un periodo misto, scooter + mezzi pubblici.
Tutto questo per dire che quando capita di perdere qualcosa, una comodità o una possibilità, si può trovare un beneficio da quella perdita, un nuovo valore, una nuova prospettiva. E tutto ciò arricchisce il nostro “bene – essere”.
Un augurio a tutti!
Anatolia
Ciao,
la chiave di lettura secondo me è la SOBRIETA’: imparare e autoeducarsi ad essere sobri negli acquisti, nei consumi e -perchè no?- anche negli scambi. noi abbiamo partecipato tanti anni alla campagna dei Bilanci di Giustizia, che ci aiutato tanto a metterci sempre in discussione…
Recentemente sono stata in un negozietto vicino a casa, di quelli che vendono vestiti a basso prezzo: sono rimasta sconvolta dalla quantità di vestiti che venivano comprati! siccome costano pochi euro .. la maggior parte delle donne faceva man bassa di magliette, pantaloni, sciarpe, bigiotteria … il prezzo basso giustificava l’eccesso di acquisto e quindi di consumo, aumentando esponenzialmente lo spreco e la logica usa-e-getta! “costa poco, vale poco, ma tanto a fine stagione lo cambio”. Aiuto!!!!!!!!!!
*Ho ripreso con piacere a leggere i tuoi post, intelligenti e stimolanti!
fede
Ragazzi, ma che gente frequentate?
I miei figli di scarpe ne avranno sì e no tre paia a testa (la piccola direi due) e così molti loro amici e non mi sembra una cosa eccezionale. Molti vestiti ce li passiamo tra amiche, qualcuno lo compriamo, certo, ma i nostri armadi sono leggeri ed essenziali ve lo assicuro. Non programmiamo viaggi oltre oceano (certo prima o poi ci piacerebbe, ma ci piacerebbe anche visitare la luna a dirla tutta….), trascorriamo un sacco di tempo facendo cose che non costano nulla tipo stare insieme, leggere, andare al parco/mare/campagna, cucinare, mangiare, parlare, camminare, respirare…..e non sentiamo affatto la mancanza di altri più costosi intrattenimenti. Su qualche fronte investiamo, i nostri figli più grandi suonano il pianoforte il che effettivamente ha un costo, ma sono bravi e ascoltarli è un piacere così grande che facciamo volentieri a meno di altro…..
A me non sembra che mi manchi qualcosa e i miei figli mi sembrano contenti della loro vita. Non ci sentiamo dei pezzenti, non lo siamo.
Abbiamo grande attenzione e rispetto di chi ha meno di noi.
Puliamo dove sporchiamo senza aspettarci che siano altri a farlo.
Viviamo in una cittá come tante ma conosciamo molta gente che fa proprio come noi.
Non ci sentiamo speciali e non lo siamo….
Già è vero Calzelunghe. Grazie per avermelo ricordato. Tendo a farne un dramma, forse esagero io.
Completamente d’accordo con Calzelunghe: 3 bambini 3 paia di scarpe d’inverno: tennis, stivaletti pioggia, scarpetta pesante; estate: tennis e un sand aletto/ ciabatta e andare… E’ anche una questione di soldi… Vogliamo parlare di quanto costano? E di ingombro. Naturalmente si fa un bel sacco e una volta smesse si passano ai fratelli. Non ci trovo proprio nulla di eccezionale