Ho iniziato a leggere l’ennesimo saggio sull’infanzia, con la piena consapevolezza che dovrei fare altro invece di occuparmi sempre di bambini. Ma ormai questa mia fissazione ha perso i connotati personali (di madre voglio dire) ed è diventata una vera e propria passione. La cosa bella è che anche questa volta sono grata di averlo letto, perchè ho imparato molto e ho acuito meglio la vista:
Media e corporation praticano una sistematica e subdola disinformazione tesa a banalizzare e sminuire le paure dei genitori in funzione dei propri interessi.
Per dirla in parole povere: se sei un genitore o un maestro che si preoccupa di quanti videogame usano al giorno o di quante bibite gassate bevono alla settimana allora sei uno pieno di paure e di ansie. Se cerchi di dissuadere i tuoi figli a vestirsi con le marche da testa a piedi sei un paranoico rompiballe. Uno di quei genitori che nessuno vorrebbe avere. Un perdente!
L’invenzione del genitore asfissiante
Il sistema ha negli anni costruito un modello di genitore responsabile da odiare ed evitare, in modo da poter manipolare indisturbati le vulnerabili emozioni dei bambini a scopo commerciale. Un esempio? In California dopo anni di battaglie era stata approvata una legge che proibiva di abbinare giocattoli in regalo con gli alimenti, minando il potere degli happy meal di Mc Donald e compagnia. Risultato? La legge non è passata perchè un vasto gruppo di genitori vi si è opposta in nome della libertà. Decidiamo noi – hanno affermato – cosa vogliamo comprare ai nostri figli, non potete imporre veti!
Si tratta di strategie cosi subdole da ingannare i genitori stessi, ancora prima dei bambini.
Vi sembro esagerata? Ne parla in modo accurato e realistico Joel Bakan, l’autore di Assalto all’infanzia L’autore è lo stesso del famoso documentario The corporation uscito per Fandango nel 2004.
Seguirò i tuoi prossimi post molto volentieri! Grazie!
No, non mi sembra esagerato. A volte però, mi chiedo se sono io esagerata. Con mio figlio, per ora, porto avanti le mie scelte senza risentire troppo dei commenti ("appena potrà questo bambino scapperà al McDonald")e delle occhiatine altrui. A scuola invece(insegno alla primaria) sono in difficoltà. Ho provato a dire ad una collega che quella confezione da 12 Coca light che tiene e consuma in classe, non sono forse una buona idea. Risposta (scocciata):"Senti, non bevo nè tè nè caffè, mi concedi almeno una coca??". E a me è passata la voglia di discutere perché quello che per me era "il problema" mi sembrava distante anni luce da lei.
Bellissimo tema! Ciao! Giu
Ciao, non ho figli, ma penso che i tuoi scritti vadano seguiti con attenzione.
Domenico
che bello finalmente anche il commento di un non-genitore. lo apprezzo particolarmente!!
Continuerò ad essere una mamma "piena di ansie e di paure" e una "paranoica rompiballe".
Alla faccia dei commenti degli altri, alla faccia delle aziende che si comportano in modo subdolo.
I videogames passano per casa nostra perchè piacciono a marito e figlia, ma non tutto è permesso in termini di qualità e di quantità. Le bibite sono un'occasione e non l'abitudine.
Ciao Sabrina, anche io non ho figli e ti seguo da tempo con interesse. Un abbraccio.
grazie stefania! e benvenuta tra i commentatori.
Salve, è la prima volta che scrivo, ho due figli di 5 e 8 anni e cerco faticosamente di insegnare loro l’arte della moderazione in tutte le cose, però è veramente ” una fatica bestiale”!!!